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Casinò, nuovi protagonisti in Parlamento

01 aprile 2019 - 08:53

In Parlamento si torna a parlare di casinò, tra nuove aperture e presunti favoritismi.

Scritto da Anna Maria Rengo

In un fine settimana, quello passato, in cui i grandi temi etici (aborto, divorzio e famiglia) sono tornati a far discutere e a dividere gli italiani, dalla Camera dei deputati, a sorpresa, sono spuntate due iniziative, entrambe e firma Forza Italia, che proseguono lo stesso filone, chiamando in causa i casinò.
Era da tempo che non se ne vedevano, visto che ultimamente in Parlamento, nel caso, si è parlato solo del Casinò Campione d'Italia. Al deputato Roberto Caon invece sta a cuore il rilancio della natalità in Italia: i fondi per sostenerlo, a suo dire, possono essere trovati, mettendo al bando falsi moralismi, nella regolamentazione della prostituzione e nell'apertura di nuovi casinò, delegando il governo a legiiferare in materia.

Di altro avviso il collega di partito Alessandro Cattaneo che, in un'interpellanza, chiede al governo perché non ha impugnato la legge della Regione Valle d'Aosta sul gioco patologico, ritenuta a favore del Casinò di Saint Vincent. Tanto più che, in termini generali, il gioco da casinò, in particolare le slot, non è certo meno pericoloso di quello gestito da privati in sale dedicate o in locali pubblici. E dovrebbe essere tenuto anch'esso a rispettare le norme locali sul gioco, o quelle che scaturiranno dal riordino del settore a livello nazionale.

Si tratta di "provocazioni", o forse di proposte di lavoro, che non mancheranno di accendere il dibattito, coinvolgendo magari anche gli amministratori di quelle Regioni e Comuni che, nel regolamentare il gioco (mettendo paletti soprattutto in termini di orari e distanze) non hanno mai considerato i casinò. Privilegio o giusta riserva? Se fossero di proprietà privata, se i loro fondi finissero nelle lontane casse dello Stato, avrebbero lo stesso trattamento? Il loro essere pubblici costituisce davvero una garanzia per la tutela del giocatore?

Non è dato sapere quando l'interpellanza avrà risposta, ma certamente pone un quesito strategico nel decidere quali potranno essere le politiche nazionali e governative in materia di gioco e casinò. Se questi ultimi, per le loro caratteristiche, sono location che meritano di essere salvaguardate, forse ha senso, non solo dal punto di vista economico, aprirne altri e convogliare lì l'offerta. Prendendo spunto, in tutto o in parte, dall'articolata proposta Caon, anche se a una prima lettura pone un vincolo di destinazione dei fondi e inserisce un tema di ulteriore scontro (la prostituzione) su cui difficilmente la litigiosa compagine governativa saprà trovare una sintesi.

In ogni caso: il decreto Dignità preannunciava la riforma del gioco ed è ragionevole, anche alla luce dell'irrisolto caso campionese, includere anche i casinò nel ragionamento complessivo. I due deputati azzurri, probabilmente in maniera casuale e non concordata, hanno avuto il merito di ricordarlo al premier Conte.
 

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