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Casinò, la stagione della sinergia e della riorganizzazione

26 aprile 2016 - 07:52

I casinò puntano a fare fronte comune su alcuni temi comuni attinenti la gestione e l'ottimizzazione delle risorse.

Scritto da Anna Maria Rengo

L'ultimo consiglio direttivo di Federgioco, che si è tenuto nei giorni passati al Casinò di Sanremo, si è chiuso, peraltro comprensibilmente, con un 'no comment' sui piani del governo per riordinare l'offerta di gioco pubblico e la normativa relativa a quello 'diversamente pubblico'. I quattro casinò aspettano infatti, rispettivamente, la Conferenza Unificata Stato-Regioni-Enti locali e l'incontro tra il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta e il ministro dell'Interno Angelino Alfano, prima di prendere una duplice posizione. Tuttavia, il direttivo guidato dal presidente Carlo Pagan ha mostrato una decisa sterzata sul fronte 'sinergia' che sembra creare il terreno favorevole per ottimizzare organizzazioni e costi, sia o non sia che arriverà sul serio la cosiddetta Società Italia, ossia quell'unica società di gestione della Casa da gioco che farà direttamente capo allo Stato.
Dal gruppo d'acquisto sulle slot alla formazione, per proseguire con l'online, i fronti di collaborazione sono numerosi e a volerli sviluppare è probabile che se ne toccheranno con mano i benefici, rispetto a un agonismo che aguzza certamente l'ingegno, ma che quando la 'concorrenza' è anche altra, e agguerrita, deve cedere il passo a valutazioni oggettive e strategiche.
Sicuramente, l'avvio di sinergie apre a scenari nuovi, come nuovissimi (parlando solo ed esclusivamente del caso italiano) sono quelli che sta tratteggiando il governo, ora che ha intenzione di rimettere mano anche al settore dei casinò, dando risposta non solo alle sollecitazioni della Corte costituzionale, ma anche a quelle di un mercato che richiede imprese redditizie e competitive.

Sicuramente definire i casinò attuali, così come sono strutturati, un business in perdita, è una affermazione esagerata se non errata, ma i margini per una loro migliore organizzazione sono ampi. Bene fanno i casinò, da parte loro, ad avviare un processo di sinergia e di abbattimento dei costi. Piccole cose, rispetto a quello che potrebbe verificarsi se le quattro società di gestione chiudessero e se ne creasse una ex novo. Ma intanto, la volontà di prendere di petto i problemi strutturali c'è.

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