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Gianolla (Cisl): Venezia, principio riduzione costi non in discussione

06 aprile 2018 - 08:09

Enrico Gianolla, della Fisascat Cisl, evidenzia come il fronte del no non metta in discussione l'obiettivo fondamentale del nuovo Ccal al Casinò di Venezia.

Scritto da Anna Maria Rengo
Gianolla (Cisl): Venezia, principio riduzione costi non in discussione

“Il fronte del no non vuole stravolgere i contenuti sui quali il contratto collettivo aziendale dei dipendenti del Casinò di Venezia, poi respinto tramite referendum, è basato, vale a dire la riduzione del costo del lavoro. Tutte le Ooss del Casinò si sono sedute al tavolo della trattativa, condividendo con proprietà e azienda la necessità della riduzione del costo del lavoro, secondo le stesse parole dell'assessore Michele Zuin, per un importo intorno ai 4,5 milioni di euro. Ci siamo spinti oltre, dimostrando un forte senso di responsabilità".

Lo afferma Enrico Gianolla, della Fisascat Cisl della Casa da gioco, che evidenzia come il Ccal “sia intervenuto su 12 milioni di euro di costi fissi: 6 sono spariti e dei restanti 6, 4 sono diventati variabili, quindi fondati su un sistema premiale legato all'andamento degli incassi. Non abbiamo intenzione di rimettere in discussione questo aspetto, mentre sono le altre le cose che abbiamo contestato: la riduzione dei diritti dei lavoratori, per esempio, o anche la clausola rescissoria con la quale si mette in dubbio la premialità di tutti i dipendenti se qualcuno di essi dovesse vincere una causa di lavoro”.

Il sindacalista sottolinea: “Il nuovo Ccal si è reso necessario perchè l'azienda non era più in equilibrio dal punto di vista economico e finanziario. Sono alcune parti normative a essere state rigettate dai lavoratori e questa è una responsabilità che ha anche il fronte del sì. Qui non ci sono vincitori o vinti: ci sono i lavoratori, iscritti o non iscritti a un sindacato, che hanno rigettato l'accordo. Grave è l'attegiamento di chi vuole stare sull'Aventino, assumendo un atteggiamento non responsabile! Dobbiamo forse ricordare, soprattutto alla Cgil, paladina dei diritti dei lavoratori, che il sindacato rappresenta tutti i dipendenti del casinò e che se un referendum da essa stessa promosso h dato esito negativo, è anche sua reponsabilità cambiare il Ccal rigettato dai lavoratori con grande maggioranza e da parte dei suoi stessi iscritti. Sedersi alla riva del fiume è da bambini irresponsabili. Da parte nostra, siamo disponiblii a sederci di nuovo al tavolo di trattativa, ma non stravolgendo il contenuto e l'obiettivo fondamentale del Ccal, ossia la riduzione dei costi”.

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