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Sanremo, il consiglio comunale si confronta sul Casinò

04 aprile 2022 - 16:20

Il consiglio comunale di Sanremo si confronta sul tema Casinò, alla presenza del consiglio di amministrazione.

Scritto da Amr

Un consiglio comunale, quello di Sanremo, dedicato al Casinò. Chiesto e ottenuto dalla minoranza, è quello in programma oggi 4 aprile a Palazzo Bellevue, alla presenza dei membri del consiglio di amministrazione della Casa da gioco (il presidente Adriano Battistotti, l'amministratore delegato Giancarlo Ghinamo e la consigliera Barbara Biale), ma anche di dirigenti, dipendenti e di sindacalisti.

Si tratta di un consiglio molto atteso, per dibattere sull'andamento aziendale ma anche sulle scelte del consiglio di amministrazione della Casa da gioco: da quella di concentrare l'offerta della roulette francese ai giorni che vanno dal venerdì alla domenica, e che ha suscitato la forte contrarietà di quasi tutte le sigle sindacali, per proseguire con il bando sull'affidamento in gestione del servizio ristorazione, dal quale sono stati esclusi i ristoranti Biribissi e Roof Garden, suscitando preoccupazioni sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali.

"La richiesta di questo consiglio comunale - spiega il consigliere di Forza Italia Simone Baggioli - nasce dalla volontà della minoranza, per conoscere strategie, risultati, rapporti con i dipendenti, consulenze, obiettivi. Il Casinò è fondamentale per il turismo della nostra città, vogliamo comprendere gli obiettivi".

Il presidente Battistotti afferma: "Le strategie risentono della situazione attuale. Ci siamo insediati nel 2019 con Casinò che stava andando bene, nel 2019 ci sono stati incassi per 44 milioni di euro, utili di 2.163.000 euro e sono stati corrisposti al Comune 7.518.000 euro.
Il 2020 era iniziato sotto i migliori auspici, con incassi in aumento del 6 percento, si era avviata riorganizzazione del lavoro con l'incentivazione all'esodo. Questo ha avuto un certo successo: 38 avevano aderito all'incentivazione, certo perdendo qualche professionalità. L'idea che una volta resettata la base dei dipendenti, si riorganizzasse il settore produttivo e amministrativo.

L'8 marzo abbiamo avuto una battuta d'arresto che ci ha portato ad agire in emergenza e abbiamo riaperto solo a giugno. Gli investimenti erano stati ridotti a rendere tutta la Casa da gioco sicure per la clientela, abbiamo investito in termoscanner, plexiglas, presidi sanitari, spendendo 300mila euro circa, si tratta di un costo secco. Nei mesi estivi si segnava un ritorno alla normalità, e avevamo valutato alcune positività e abbiamo rivolto la nostra pubblicità sul territorio francese, anche a seguito delle disposizioni del decreto Dignità. La risposta è stata buona, sia sui clienti che per quanto riguarda i tornei di poker.

La battuta d'arresto del 26 ottobre 2020, ancora più lunga, fino al 5 giugno 2021, ha scompigliato i giochi. Nella riapertura abbiamo sofferto di aver fatto ricorso all'incentivazione all'esodo, che presupponeva di avere la chance di poter subito riassumere nuovi dipendenti, ma non l'abbiamo potuto fare vista la forte incertezza sulle conseguenze del fenomeno pandemico. Abbiamo riorganizzato il gioco, le risorse, potenziato il settore online. Nel periodo di chiusura abbiamo accelerato gli investimenti fatto sulla casa da gioco, abbiamo terminato tutti i lavori in materia di antincendio, spendendo in tutto, nel 2021, 3,5 milioni di euro tra investimenti sul parcheggio, rifacimento del bistrot e della sala fumatori".
La chiusura "ha anche accelerato il rilevare che si è modificata la politica turistica, ora concentrata nel fine settimana e che nella riorganizzazione del personale bisognava interessare tutti i settori produttivi".

Oggi al reparto giochi ci sono 69 dipendenti, e ciò ha reso necessario la riorganizzazione del lavoro. "Nella riorganizzazione che abbiamo fatto abbiamo ritenuto subito che un modo per consentire di avere dipendenti nel fine settimana era che durante la settimana ci fossero turni più leggeri". Dopo alcune valutazioni, "abbiamo deciso di chiudere le roulette francesi dal lunedì al giovedì compresi, per concentrare gli impiegati negli altri giochi".

Battistotti afferma: "E' difficile valutare la redditività dei singoli giochi", ma la scelta fatta "è la più giusta e quella migliore". Dopo un periodo di osservazioni, "stiamo analizzando i dati, abbiamo un tavolo tecnico convocato per il 12 aprile, sarà quella la sede di confronto con le Ooss". Il presidente ricorda che a Saint Vincent "la roulette francese non viene più giocata, si gioca alla roulette francesizzata".

Altro cambiamento che "abbiamo ritenuto di fare è stato sul servizio di bar e ristoranti. Già in precedenza c'era una sempre minore affluenza ai ristoranti da parte della clientela, tant'è che per raggiungere il minimo garantito mandavamo clienti a cena anche se non erano 'meritevoli' visto il livello di gioco".

Vista la scadenza del contratto triennale con il vecchio gestore, a fine gennaio, "avremmo potuto prorogare l'accordo ma la risposta è stata franca: 'Noi stiamo perdendo, senza il Fis non riusciamo a collocare tutti, noi ce ne andiamo, a meno che non ci garantiate 1,5 milioni di euro più Iva all'anno'. Abbiamo dunque indetto un bando, cambiando l'oggetto dell'appalto, improntato a maggiore flessibilità e potenziando i bar, specie quello dei giochi tradizionali. Abbiamo messo a bando i bar, compreso quello aziendale che era chiuso da anni, soprattutto avendo di mira la salvaguardia dei posti di lavoro, è vero che togliamo il ristorante, ma aumentiamo i bar". Quanto alla clausola sociale, "non l'abbiamo inserita. C'è il diritto del lavoratore alla conservazione del posto di lavoro, ma anche quello aziendale a mantenere la sostenibilità aziendale. Con la clausola sociale si sarebbe vincolato troppo il gestore. La clausola sociale imposta con l'attuale livello di fatturato del Casinò da un lato avrebbe allontanato gli offerenti (ne abbiamo avuto solo due, una non idonea, l'altra se l'è aggiudicata e stipuleremo il contratto la settimana prossima) e si sarebbe rilevata una tutela illusoria, anche se ci fosse stato un imprenditore che si accollasse tutti i dipendenti, nei mesi successivi avrebbe avuto il diritto di procedere a licenziamenti. Le sale del Roof e del Biribissi in realtà sono tornate nella disponibilità piena del casinò, per adibire a convegni ed eventi".

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