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Privatizzazione Casinò Venezia, la minoranza al Viminale: “Si respinga la delibera”

25 settembre 2013 - 13:42

Il ministero dell’Interno respinga la stesura attuale della delibera con la quale si dà il via al processo di privatizzazione del Casinò di Venezia, in quanto “non sono non assolve all’obbligo di destinare le risorse derivanti dal gioco d’azzardo per massima parte all’interesse pubblicità della Città di Venezia, ma nemmeno assolve al minimo obbligo istituzionale e morale di destinare tali risorse in percentuali egualitarie”.

Scritto da Anna Maria Rengo

 

È quanto scrivono i consiglieri capigruppo del Gruppo Misto Renzo Scarpa, del Pdl Michele Zuin, del M5S Gianluigi Placella, di FdI Sebastiano Costalonga, di Lista Civica Impegno Renato Boraso e della Lega Giovanni Giusto, in una lettera indirizzata al Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno e alla Prefettura di Venezia.

I CONTI DEI CONSIGLIERI - Secondo i consiglieri la delibera 564/2013 del consiglio comunale e la relativa convenzione, poggiandosi su quanto elaborato da Kpmg, si limitava a “individuare una parte percentuale molto bassa dei ricavi dell’attività da versare al Comune di Venezia e destinando tutto il rimanente, di qualsiasi importo esso possa risultare, al gestore”.

Viene inoltre evidenziato che quanto elaborato da Kpmg “poggia su un piano economico-finanziario elaborato dallo stesso committente e che il medesimo non è stato in alcun modo verificato da Kpmg”.

La proiezione dei ricavi e l’applicazione dei meccanismi previsti dalla delibera evidenziano “come il reale beneficio per il Comune di Venezia lungo i 30 anni di concessione non superi la percentuale del 12,5 percento medio sui ricavi totali riducendosi anzi a un misero 9,26 percento, equivalente a 437,17 milioni su 4.722,1 di incasso totale previsto, una volta detratti i costi stipendia lei del Servizio ispettivo totalmente a carico del Comune cui si dovranno aggiungere i costi relativi all’organismo dirigenziale recentemente nominato. Solo un incremento esponenziale dei ricavi calcolato su un tasso di aumento doppio a quello previsto da Kpmg sulle indicazioni del committente Cmv Spa comporta l’attivazione del meccanismo del 5 percento aggiuntivo sulle somme eccedenti i 140 milioni di euro annui. Ciò nonostante, anche ipotizzando questo risultato straordinario, al Comune rimane solo il 10,9 percento dei ricavi totali: 796 milioni su 7.293,47 di ricavo totale ipotizzato. In entrambi i casi circa il 90 percento del ricavo rimane al concessionario che con un’accorta gestione dei costi di produzione potrà realizzare utili consistenti”.

I consiglieri evidenziano inoltre come “neanche l’obiettivo di salvare l’azienda dichiarato dal sindaco Orsoni può essere motivo sufficiente a giustificare la privatizzazione della massima parte dell’utile che proviene da un’opportunità che deriva alla città di Venezia dalla grande attenzione che lo Stato le ha riservato in tutti questi 77 anni di valenza dell’originario Regio decreto”.

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