Manifestazione nelle piazze italiane, il 26 marzo, con i dipendenti del gioco legale che prenderanno parte all'iniziativa organizzata da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs per portare alla pubblica attenzione le problematiche drammatiche che il settore sta vivendo a causa del perdurante lockdown.
Si tratta di una situazione che accomuna sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò, visto che tutti sono stati chiusi a fine ottobre dal governo Conte 2, una decisione che è stata poi confermata, almeno sino al 6 aprile, dal nuovo premier Mario Draghi.
Tuttavia, se pare certo che tanti, tantissimi dipendenti delle sale giochi, bingo e scommesse manifesteranno sotto ai consigli regionali e sotto alle prefetture, non si preannuncia, almeno per ora, la presenza di pure quelli che lavorano nei casinò.
Dalla Valle d'Aosta si fa per esempio notare che al momento chiedere di riaprire il Casinò, alla luce del perdurante divieto di spostamento tra le regioni, non avrebbe molto senso economico, rivolgendosi lo stesso a una clientela quasi esclusivamente extra regionale. Resta comunque l'adesione delle citate sigle sindacali, che comunque, almeno nel caso della Cgil, non porteranno a una manifestazione in piazza.
In quel di Sanremo, l'osservazione che arriva è invece che se Fisascat Cisl rappresenta sia i lavoratori del gioco pubblico che quelli dei casinò, Filcams e Uiltucs non sono le sigle di riferimento dei dipendenti dei casinò, per quanto attiene i sindacati Cgil e Uil, e che invece fanno capo a Slc e Uilcom. Si sta comunque valutando se e come aderire, tenendo presente che già qualche giorno fa i dipendenti del Casinò di Sanremo hanno manifestato per chiedere la riapertura della Casa da gioco.
Infine Venezia, dove, anche qui, si fa notare che la manifestazione sindacale non comprende i casinò, mentre la Fisascat deve ancora discutere la questione.