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Casinò Campione: il ruolo di dipendenti e proprietà nell'ipotesi di ripartenza

09 agosto 2019 - 10:27

L'analista esperto di gaming, Mauro Natta, si interroga sul possibile futuro del Casinò di Campione, in caso di riapertura e sul compito della eventuale nuova proprietà.

Scritto da Mauro Natta
Casinò Campione: il ruolo di dipendenti e proprietà nell'ipotesi di ripartenza

Leggendo varie notizie su Campione d’Italia e, tra queste, quelle riguardanti i controllori comunali in servizio al casinò mi sono ritrovato a riflettere sul ruolo che potrebbero rivestire i citati dipendenti quando - e spero molto presto – torneranno in servizio. La gestione, a prescindere da ogni tipologia della stessa, deve essere controllata dalla proprietà anche, e soprattutto, stante la natura giuridica delle entrate di specie.
In argomento entrate ritengo che siano all’origine di proprietà dell’ente pubblico, salvo lasciare al gestore la parte delle mance di sua competenza; sarà l’amministrazione comunale ad impegnarsi a versare al gestore quanto contrattualmente dovuto.

E’ mio parere personale – e auspico che sia abbastanza condiviso – che il controllo della proprietà non deve esaurirsi in quello sulle entrate, concomitante e a posteriori, allo scopo di verificare la regolarità del gioco e degli incassi, ma estendersi alla congruità dei costi, in specie, quelli mirati alla produzione e relativa produttività.
Quindi un controllo a largo raggio che si può anche configurare come un doppione, ancorché parziale, di quello che deve mettere in funzione il gestore, una procedura che, a ben vedere, può rivestire il compito di supporto alla prevista revisione.
D’altra parte pare logico ritenere che la proprietà si riservi un controllo approfondito ed esteso il più possibile senza invadere la sfera di competenza di altri; verificare ogni aspetto del trend delle entrate che si può riflettere sui costi ed ancor più sugli investimenti si presenta doveroso nei confronti dell’operato del gestore. Se da una parte quest’ultimo provvede – anche nel migliore dei modi – a procurare benefici economici alla proprietà, dall’altra pare giusto che l’ente pubblico motivi l’esborso non solo dal punto di vista esclusivamente politico.
Concludendo non c’è dubbio che la gestione è autonoma salvo, logicamente, adempiere alle obbligazioni contrattuali, che la proprietà è dell’ente pubblico titolare dell’autorizzazione e allo stesso tempo azionista di riferimento alla luce delle attuali situazioni societarie.
Il gestore può – sempre nell’alveo degli accordi contrattuali con la proprietà – comportarsi nel controllo come meglio crede o come l’esperienza consiglia, l’azionista ha il diritto di controllare la gestione, io credo, nel modo descritto in precedenza tale da fare affiorare ogni possibile sfumatura utile ad esprimere un giudizio o a condividere quanto l’incaricato della revisione sostiene.

 

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