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Cgil: 'Campione d'Italia, serve una soluzione politica'

31 luglio 2019 - 08:51

La Cgil di Como critica le posizioni espresse dal sottosegretario leghista Fabrizio Turba e ricorda che tutti sono concordi sul fatto che a Campione d'Italia serve una soluzione politica.

Scritto da Anna Maria Rengo
Cgil: 'Campione d'Italia, serve una soluzione politica'

La posizione espressa dal sottosegretario regionale Fabrizio Turba in merito alla situazione di Campione d’Italia "ha dell’incredibile". Lo afferma in una nota la Cgil di Como, secondo la quale "non si comprende innanzi tutto se Turba esprima il proprio pensiero, quello della Regione o quello del partito, di cui è esponente di spicco a livello provinciale".
Un altro sottosegretario, in questo caso l’onorevole Nicola Molteni, stessa appartenenza politica di Turba, vice ministro agli Interni, "ha sempre garantito che il 'dossier Campione' era all’attenzione del proprio dicastero. In questo senso abbiamo letto la nomina del commissario straordinario Maurizio Bruschi, inviato a Campione su preciso mandato del ministro degli Interni".
Secondo la Cgil "la vicenda di Campione d’Italia deve essere affrontata in modo pragmatico e responsabile, non dispensando demagogia a piene mani, come ha fatto Fabrizio Turba.
Lo stesso sottosegretario regionale ha partecipato a tutte le audizioni delle organizzazioni sindacali su Campione d’Italia, l’ultima l’11 luglio scorso. Peccato che in quella sede non abbia mai espresso una posizione di dissenso rispetto agli interessamenti che la Regione ha sempre dichiarato di voler garantire. Su un unico elemento tutti i rappresentanti, istituzionali e non, che si sono approcciati alla crisi di Campione, sono stati concordi: la soluzione deve essere politica! Questo semplice assunto pare sfuggire a Turba".

La sigla sindacale sottolinea che "oggi è in gioco la sopravvivenza di un intero paese, di una realtà unica per tipologia istituzionale: l’enclave italiana in territorio svizzero. Ciò che negli anni ha rappresentato la fortuna per quella comunità, il casinò, che ha distribuito utili a tutti i soggetti pubblici che sedevano nel consiglio d’amministrazione, oggi costituisce la zavorra che sta trascinando con sé l’intero comune.
La realtà campionese nasce a inizio secolo per volontà politica, con il monopolio pubblico del gioco d’azzardo, e la sua economia si sviluppa esclusivamente su quello".

IL FUTURO DI CAMPIONE - "Oggi  - ricorda la camera del lavoro comasca - l’unica speranza per dare un destino a Campione d’Italia è riaprire la Casa da gioco, dotarla di un organico sostenibile, rimettere in moto l’economia ad essa afferente, riprendere ad erogare i servizi minimi essenziali ai propri cittadini. Lo sa benissimo anche Turba che Campione d’Italia non può neppure ambire ad essere un normale comune lombardo di 1900 anime. Lo determina la propria condizione di enclave all’interno della confederazione elvetica.
Il sindacato in questo anno di crisi ha fatto la propria parte, proponendo soluzioni, chiedendo responsabilità alla politica, guardando con nettezza in faccia alla realtà. La crisi di Campione si risolve smettendola di guardare all’indietro, sulle responsabilità passate si esprima con rigore la magistratura. La crisi di Campione si risolve con un progetto economico, politico ed amministrativo che prenda le mosse dalla relazione del Commissario Straordinario.
Ogni livello di governo può e deve avere un ruolo, con prerogative e responsabilità differenti.
Un fatto è certo, il tempo delle parole è finito".

 

 

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