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Casinò Venezia, è ancora scontro sul Ccal

28 marzo 2019 - 10:28

Nuovo incontro sul contratto aziendale di lavoro per i dipendenti del Casinò di Venezia, ma è ancora tensione tra parte datoriale e sindacati.

Scritto da Anna Maria Rengo

Al Casinò di Venezia non si placano le tensioni sul contratto aziendale di lavoro che dovrebbe prendere il posto del regolamento aziendale entrato in vigore il 1° luglio 2017, dopo la disdetta del vecchio Ccal. Nell'incontro di ieri 27 marzo, secondo quanto riferiscono fonti sindacali, azienda e proprietà hanno presentato una proposta che è stata oggetto di valutazione, in riunione ristretta, dai rappresentanti sindacali.

Al momento di presentare la loro controproposta, c'è però stato qualche fraintendimento nell'esposizione da parte sindacale, prontamente corretto dalle stesse e con precisazioni recepite da azienda e proprietà.

È seguita una riunione tra azienda e proprietà, i cui rappresentanti hanno poi annunciato ai sindacati, “in maniera provocatoria” secondo quanto riferito da questi ultimi che andava bene la proposta la prima controproposta illustrata oralmente e che, sempre secondo quanto riferiscono le Ooss, non corrisponde del tutto a quella finale.

In serata, azienda e proprietà hanno poi inviato una lettera alle sigle sindacali, recante “accettazione formale della vostra proposta economica unitaria presentata al tavolo”.
Premettendo che azienda e proprietà “hanno comunicato, a inizio seduta, la disponibilità a riconoscere quanto economicamente previsto nella pre-intesa sottoscritta il 13 marzo 2018, al netto dell'aumento dei minimi tabellari poiché sostanzialmente equivalente a quanto riconosciuto con le sentenze (…) del tribunale del Lavoro di Venezia”, le stesse ricordano che le Ooss, dopo la loro riunione ristretta, “hanno unitariamente richiesto che i risparmi derivanti dai minori costi relativi agli importi riconosciuti con le sentenze citate a seguito cessazione dal servizio del personale fossero riconosciuti quali minimi tabellari e che il regime delle indennità per il lavoro notturno prefestivo di cui alla preintesa fosse esteso anche ai venerdì”.

“A fronte di tale controproposta unitaria”, azienda e proprietà comunicano, “come già esplicitato al tavolo, l'accettazione della proposta, ponendo come costo azienda annuo massimo da sostenere quale indennità per lavoro notturno prefestico l'importo di euro 2.300.000, maggiorando quindi l'importo di euro 2.100.000 previsti nella pre inntesa per far fronte agli oneri derivanti dall'estensione di tale regime anche ai venerdì”. Azienda e proprietà confermano l'incontro fissato per il 3 aprile “per la definizione degli ultimi aspetti della parte normativa rimasti ancora aperti”.

 

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