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Rsu Campione: 'Ai 486 lavoratori serve un progetto serio non riconversioni alternative'

18 agosto 2018 - 08:07

Le Rsu di Campione d'Italia allontanano strane ipotesi di riconversione e focalizzano l'attenzione sui 486 lavoratori disoccupati. 

Scritto da Cesare Antonini
Rsu Campione: 'Ai 486 lavoratori serve un progetto serio non riconversioni alternative'

“A 22 giorni dalla chiusura della nostra Casa da Gioco per fallimento e con i mancati incassi arrivati a ben oltre i 5 milioni, fa effetto assistere al moltiplicarsi di voci su progetti "alternativi" per il Casinò e constatare a tutt'oggi la mancanza di un progetto concreto per l'immediata riapertura di un'azienda che nonostante anni di gestioni discutibili è perfettamente in grado di generare utili importanti”. Fa sentire la sua voce l’Rsu del Casinò di Campione d’Italia dopo le fantasiose ipotesi di investimenti e riconversione degli spazi della casa da gioco uscite nei giorni scorsi nel dibattito sulla riapertura della struttura dell’exclave. 

L’unica realtà, per adesso, sono i 486 lavoratori che oggi si trovano letteralmente in mezzo alla strada: “I Lavoratori - spiegano dalla Rsu - non hanno bisogno di alcun progetto di riqualificazione, quanto piuttosto di tornare al lavoro sotto una guida capace di valorizzare la loro professionalità. Gli impiegati tecnici di gioco non si formano in nessuna scuola professionale, così come il know how necessario per gestire un casinò non lo si può creare dal nulla, ma servono anni di esperienza e un bagaglio culturale in materia che non si trova facilmente in giro, nemmeno allargando i propri orizzonti al mondo intero”.
 
Un bagaglio che è stato costruito in 85 anni di storia, “col tramandare di padre in figlio il mestiere, grazie al vivere di tutta una Comunità immersa nel gioco e per il gioco. Il che vuol dire anche aver appreso tutte le nozioni che consentono di gestire quelli che sono i problemi che possono derivare dall'avere a che fare con un ambito di simile delicatezza - proseguono dalla Rsu - il business del gioco in Italia vanta un giro di affari di oltre 94 miliardi di euro e non è affatto vero che il gioco online soppianterà il gioco tradizionale: sia perché i Casinò non offrono
solo gioco ma momenti di svago a 360°, sia perché è auspicabile ( per il bene dell'Italia intera) che si ritorni ad una gestione professionale e controllata del gioco d'azzardo”.
 
Ben vengano iniziative che mirino ad ampliare le fonti di reddito per il comune di Campione, “ma non si dimentichi di cosa stiamo parlando: non di trovare destinazioni d'uso diverse ad una struttura, quanto piuttosto di preservare un pezzo di storia, gestire al meglio un'importante fonte di guadagni (ricordiamo che i proventi del Casinò sono sempre finiti in mano pubblica) e soprattutto ridare lavoro e dignità a 500 persone!”.
 
Nella conclusione del loro intervento le Rsu rinnovano “l'invito alle Istituzioni ad attenzionarsi immediatamente alla realtà campionese e di convocare urgentemente un tavolo congiunto Ministeri - Parti Sociali al fine di valutare le possibili soluzioni a questa situazione drammatica che sta colpendo l’intero paese.  Temiamo lo "sciacallaggio" da parte di personaggi mossi da intenti di gran lunga meno nobili della tutela dei posti di lavoro e del bene della collettività”. 

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