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Toini (Snalc): 'Casinò, una legge quadro adeguata ai tempi'

14 aprile 2018 - 00:53

Il segretario nazionale dello Snalc, Christian Toini, evidenzia la necessità di una legge quadro per casinò e giochi.

Scritto da Amr
Toini (Snalc): 'Casinò, una legge quadro adeguata ai tempi'

“Le passate legislature, compresa l'ultima, attuale hanno spesso affrontato l'argomento gioco senza però aver mai concretizzato i confronti in Parlamento in proposte reali. Ci aspettiamo che il nuovo governo affronti il contesto del gioco su tutti i fronti tenendo ovviamente presente tutti i vari aspetti senza tergiversare ulteriormente”. Questo l'auspicio di Christian Toini, segretario nazionale dello Snalc Cisal, che analizza il tema Ccnl tra passato e futuro, nonché la sua funzionalità ad affrontare le crisi dei casinò, anche alla luce della recente nomina del nuovo presidente di Federgioco Olmo Romeo, e ribadendo la sua posizione: “Certamente poteva o potrà essere uno strumento utile ma probabilmente non sufficiente per limitare le difficoltà attuali. Per il futuro un contratto nazionale, con una specifica legge quadro sul gioco, potrebbe aiutare il settore nel trovare nuovi equilibri per affrontare le sfide”.

Toini si sofferma anche sugli strumenti per gestire il settore: “Si tratta di capire  l'indirizzo politico che si intende attribuire al vasto settore del gioco in Italia. Attualmente nel mercato italiano vi è un'offerta di gioco indifferenziata e non sempre adeguatamente controllata, con gravi conseguenze in termini di diffusione della ludopatia, evasione fiscale e fenomeni legati alla malavita. A tal proposito una legge quadro adeguata ai tempi e che tenga conto delle diverse dinamiche coinvolte sarebbe uno strumento fondamentale”.
 
E sottolinea: “Le case da gioco italiane da ormai quasi dieci anni affrontano una crisi profonda che ha portato ad una sensibile riduzione del cosiddetto costo del lavoro in termini non soltanto di tenuta del reddito ma soprattutto di posti di lavoro andati persi che non hanno visto un loro naturale e plausibile ricambio. È evidente che in assenza di una politica aziendale proiettata allo sviluppo la situazione generale difficilmente potrà migliorare”. Non è detto che i “privati” farebbero meglio del pubblico: “La valutazione andrebbe fatta con molta attenzione. Ogni sistema presenta pro e contro. Come sempre si tratta di trovare un equilibrio all'interno dei vari contesti. Si ritiene che l'intervento pubblico sia ad ogni modo utile e necessario anche e soprattutto per un discorso legato alla garanzia e alla tutela dei diversi contesti interessati, dal giocatore all'operatore, e da tutte le filiere che ne derivano”.
 

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