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Covid-19, Liguria e Veneto verso la zona arancione

09 novembre 2020 - 09:16

Liguria e Veneto potrebbero presto affrontare nuove limitazioni, con conseguente minori possibilità di una riapertura anticipata dei casinò.

Scritto da Anna Maria Rengo

In Italia la situazione derivante dalla seconda ondata di Covid-19 si aggrava e alcune regioni oggi collocate in zona gialla rischiano di cambiare colore, con conseguenti ulteriori restrizioni. In particolare, l'eventuale passaggio alla zona arancione comporterebbe, tra le altre, il divieto di spostamento (salvo motivi comprovati) da un comune all'altro e la chiusura di bar e ristoranti, che potrebbero effettuare solo il servizio da asporto.

E se la Valle d'Aosta è già in zona rossa, un aggravamento dello status potrebbe avvenire per le altre due regioni che ospitano casinò, visto che Veneto e Liguria rientrano tra le sei "in bilico" (assieme a Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Campania) sulle quali discuterà la cabina di regia per l'emergenza Covid, che si sarebbe dovuta tenere ieri, domenica 8 ottobre, ma che è stata rinviata a oggi su richiesta di alcune Regioni. Per il momento nessuna decisione è stata presa, ma pare che tra le "papabili" al passaggio ci siano soprattutto Veneto, Toscana a Campania.

Nei giorni scorsi in Liguria era stata avanzata la proposta di redigere un documento comune tra Comune e Casinò di Sanremo, da condividere con gli omologhi veneziani, per sottoporre a Governo e Regioni la possibilità di riaprire le Case da gioco in orari identici a quelli di bar e ristoranti (la disposizione nazionale prevede che possano restare aperti fino alle 18), ma certo, se Liguria e Veneto diventassero "arancioni", questo scenario diventerebbe almeno al momento improponibile. Anche in tal caso, tuttavia, resterebbe la richiesta subordinata, dunque l'attivazione di tutte le misure per consentire l'immediata ripresa delle attività una volta scaduto il termine del Dpcm, il prossimo 3 dicembre. Sperando, ovviamente, che la pandemia non renda necessaria una ulteriore proroga delle disposizioni vigenti, una prospettiva che al momento non è, purtroppo, irrealistica.

 

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