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Casinò: lo spettacolo deve continuare, anche in emergenza

29 luglio 2020 - 10:35

La proroga dello stato di emergenza approvata dal parlamento si traduce nell'estensione delle restrizioni per i casinò, che dovranno re-inventare il proprio business.

Scritto da Vincenzo Giacometti
Casinò: lo spettacolo deve continuare, anche in emergenza

Il governo ha deciso, e pure il parlamento: lo stato di emergenza verrà prorogato fino al prossimo 15 ottobre. Dopo il via libera ottenuto ieri dal premier in Senato, la decisione verrà formalizzata oggi dal Consiglio dei Ministri e adottata a tutti gli effetti. Ciò significa, per le case da gioco italiane (come per il resto delle attività economiche e di vendita al dettaglio), che continueranno a rimanere in vigore tutte le disposizioni di sicurezza adottate per il contenimento del virus in questi mesi.
Ad esempio, il divieto di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico, l’obbligo di assicurare il mantenimento della distanza di almeno un metro nelle riunioni e l'obbligo delle altre misure sanitarie, come la mascherina, la disinfezione delle mani o la misurazione della temperatura.
È stato lo stesso premier, Giuseppe Conte, a illustrare le conseguenze che rendono necessaria la prosecuzione dello stato d’emergenza. Nel suo intervento nell’aula del Senato il premier ha parlato di 38 ordinanze (“di cui quattro al vaglio della Ragioneria”) che, se non fosse confermata l’emergenza, “cesserebbero di avere effetto insieme ai conseguenti provvedimenti attuativi”. La proroga garantisce, invece, il mantenimento delle ordinanze emanate dalla Protezione civile e il potere di coordinamento affidato al capo della struttura Borrelli.
“Benché la proroga dello stato di emergenza non sia – ha tuttavia precisato il premier - condizione di legittimità per estendere temporalmente l’efficacia delle misure adottate per fronteggiare l’emergenza, è tuttavia evidente che, in concreto, i presupposti di carattere sostanziale che giustificano la proroga delle disposizioni contenute nei decreti-legge n.19 e n.33 del 2020 si radicano, come ritiene la migliore dottrina costituzionalistica, proprio nella dichiarazione dello stato di emergenza. Rinnovare quelle misure senza prorogare lo stato di emergenza esporrebbe la complessiva azione dell’amministrazione a rilievi in termini di coerenza e razionalità delle scelte adottate”.

GLI EFFETTI “POLITICI” E GESTIONALI - Tra gli altri effetti di questa estensione, tuttavia, oltre alla possibilità di bloccare i collegamenti con i Paesi a rischio per la pandemia da Covid-19, che potrebbe avere ulteriori conseguenze in termini di flussi turistici verso il nostro paese (le quali, com'è evidente, impattano indirettamente anche sui nostri casinò), anche la conferma dei poteri straordinari assegnati ai cosiddetti soggetti attuatori, presidenti delle Regioni compresi. Ciò significa, pertanto, che fino al 15 ottobre saranno i governatori locali a dettare la linea, con la possibilità, se non altro, che possano anche essere prese in considerazione misure di carattere regionale, nei territori in cui si trovano le case da gioco, che possano andare incontro alle esigenze di queste strutture, anche in funzione del loro ruolo di supporto e integrazione all'offerta turistica, che di certo le amministrazioni regionali intenderanno valorizzare. Quindi, se pure non si vorranno favorire le case da gioco, si dovranno almeno garantire e possibilmente incentivare le proposte turistiche locali: ed è qui che dovranno provare a inserirsi le case da gioco, provando una volta tanto a giocare un ruolo chiave su questo fronte. Tenendo anche conto, come anticipato nei giorni scorsi, che questa estate non è come tutte le altre, ma è destinata ad essere caratterizzata da una maggiore e pressoché esclusiva permanenza dei cittadini all'interno dei confini nazionali. Ciò significa, letto dal punto di vista del business dei casinò, che ci saranno meno flussi di giocatori italiani verso i casinò esteri e limitrofi e più possibilità di attrarre turisti italiani sul proprio territorio. E anche se tutto questo non basterà probabilmente a compensare le perdite causate dalla pandemia, potrà comunque servire a tenere in vita le case da gioco nostrane: oltre a poter gettare le basi per un lavoro possibilmente stabile e duraturo sul fronte dell'integrazione con l'offerta turistica, per la creazione di un perfetto connubio tra gioco e turismo. Passando, magari, anche per la cultura e lo spettacolo: altri settori in estrema difficoltà a causa della pandemia con i quali si potrebbero unire le forze per creare una nuova offerta in grado di risollevare le sorti di tutte le parti in causa. Certo, va detto, a compromettere ulteriormente le attività delle case da gioco su questo fronte c'è anche l'ulteriore anomalia tutta italiana rappresentata dal divieto di pubblicità dei giochi imposto dal decreto Dignità che rende tutto più difficile: ed è forse anche questo un tema da rimettere in discussione a livello politico e legislativo, visto che, a causa dell'emergenza, sono state superate anche altre norme previste dallo stesso decreto Dignità, nel mondo del lavori. E lo stesso si potrebbe fare anche per quanto riguarda il gioco, se solo ci fosse la volontà politica (e la lungimiranza) di farlo.
 
LO SPETTACOLO DEVE CONTINUARE – Certo, per i casinò, è evidente che l'adozione di tutte queste misure di contenimento, significa viaggiare col freno tirato, sotto tutti i profili. Non solo, come già documentato, l'obbligo di rispettare misure che, per quanto indispensabili, sono comunque vincolanti e talvolta oppressive: come le mascherine nei luoghi chiusi, ma anche quello della ripetuta sanificazione delle mani, per proseguire con le altre mille accortezze che bisogna avere per poter fare praticamente qualsiasi cosa.
Ma c'è anche da tenere in considerazione il fatto che le stesse case da gioco devono ancora rinunciare a varie attività collaterali, interne o esterne alle strutture, che comunque rappresentavano un completamento dell'offerta di “entertainment” garantita alla clientela e proposta soprattutto ai turisti. Basti pensare ai centri benessere negli hotel che sono a tutt'oggi interdetti a causa delle misure di sicurezza, o all'erogazione di tanti servizi tradizionali che sono stati riorganizzati nei locali: a partire dai pasti. Con inevitabili costi aggiuntivi, per lo più nella gestione e organizzazione del personale. Senza, contare, poi la mera organizzazione di eventi “di massa”, come i concerti, che sono sostanzialmente scoraggiati, anche se non del tutto impediti. Il casinò di Sanremo, per esempio, ha ripreso con regolarità i suoi eventi culturali, come i martedì letterari e così via, mentre il casinò di Saint-Vincent sta già accogliendo ospiti e turisti nelle sue strutture alberghieri e si prepara – nonostante le altre difficoltà del momento – a presentare nei prossimi giorno il suo programma ufficiale di eventi.

Perché lo spettacolo, nei casinò, deve continuare: letteralmente, pure (e per aumentare ulteriormente la nostalgia dei tempi che furono, abbiamo anche scelto una vecchia foto di archivio relativa a uno spettacolo andato in scena nel casinò di Campione). Questa, per quanto amara possa rivelarsi, è la nuova realtà a cui ci si deve inevitabilmente abituare. Tenendo anche conto del carattere delle misure di contenimento che continua a rimanere provvisorio, ma comunque in vigore ancora per qualche mese. Sempre che non venga ulteriormente prorogato, magari fino a fine anno, come inizialmente ipotizzato dal premier.


IL FUTURO DEI CASINO' - Per questo le case da gioco dovranno ora rimboccarsi ulteriormente le maniche e rimettere le mani ai propri piani e progetti, mettendoci tutta la fantasia del caso, per formulare nuove proposte che possano rivelarsi attraenti per il pubblico in questa fase di “nuova normalità” a cui ci stiamo avvicinando, che continua pertanto ad includere delle componenti di emergenzialità, che diventano però sostanzialmente ordinarie. Mettendo, quindi, la sicurezza sempre al primo posto, non soltanto in risposta alle prescrizioni normative ma anche perché, come abbiamo già visto, si tratta di uno dei requisiti più ricercati oggi dai consumatori di qualunque tipo. Per un gioco sicuro e un futuro, si spera, altrettanto sicuro per le case da gioco italiane: che oggi, al contrario, appare ancora più incerto del solito. Ma anche e proprio per questo, non è il momento di arrendersi, semmai, di rilanciare.

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