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Dl Covid-19, casinò in attesa di risposte sulle riaperture

16 maggio 2020 - 10:52

L'approvazione del Dl Covid-19 non scioglie i nodi relativi ai casinò, che attendono indicazioni sulla loro possibile ripartenza.

Scritto da Anna Maria Rengo
Dl Covid-19, casinò in attesa di risposte sulle riaperture

"Le attività economiche, produttive e sociali devono svolgersi nel rispetto dei contenuti di protocolli o linee guida idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in ambiti analoghi, adottati dalle regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali. In assenza di quelli regionali trovano applicazione i protocolli o le linee guida adottati a livello nazionale. Le misure limitative delle attività economiche, produttive e sociali possono essere adottate, nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità, con provvedimenti emanati ai sensi dell'articolo 2 del decreto-legge n. 19 del 2020 o del comma 16".

Lo si legge nel decreto Covid-19 approvato in nottata dal consiglio dei ministri e che detta le regole per il riavvio delle attività economiche a partire da lunedì 18 maggio. Inoltre, "il mancato rispetto dei contenuti dei protocolli o delle linee guida, regionali, o, in assenza, nazionali, di cui al comma 14 che non assicuri adeguati livelli di protezione determina la sospensione dell'attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza", mentre "per garantire lo svolgimento in condizioni di sicurezza delle attività economiche, produttive e sociali, le regioni monitorano con cadenza giornaliera l'andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e, in relazione a tale andamento, le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale. I dati del monitoraggio sono comunicati giornalmente dalle regioni al Ministero della salute, all'Istituto superiore di sanità e al comitato tecnico-scientifico di cui all'ordinanza del Capo del dipartimento della protezione civile del 3 febbraio 2020, n. 630, e successive modificazioni. In relazione all'andamento della situazione epidemiologica del territorio, accertato secondo i criteri stabiliti con decreto del Ministro della salute del 30 aprile 2020 e sue eventuali modificazioni, nelle more dell'adozione dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri di cui all'articolo 2 del decreto-legge n. 19 del 2020, la Regione, informando contestualmente il Ministro della salute, può introdurre misure derogatorie, ampliative o restrittive, rispetto a quelle disposte ai sensi del medesimo articolo 2".

Queste le norme relative al riavvio delle attività economiche contenute nel decreto di imminente pubblicazione in Gazzetta ufficiale (e del resto dovranno entrare in vigore a partire da lunedì prossimo), che, in realtà, suscitano qualche dubbio interpretativo per quanto attiene i casinò. Potranno ripartire, anche ai sensi di queste norme? Oppure spetterà a un provvedimento dei governatori di riferimento stabilire se potranno o non potranno farlo?

C'è da aggiungere che, poche ore prima dell'approvazione del decreto, il Governo aveva espresso parere positivo sulla proposta avanzata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in merito alle Linee di indirizzo per la riapertura delle Attività economiche, produttive e ricreative, che sono relative a ristorazione, attività turistiche (balneazione), strutture ricettive, servizi alla persona (parrucchieri ed estetisti), commercio al dettaglio, commercio al dettaglio su aree pubbliche (mercati, fiere e mercatini degli hobbisti), uffici aperti al pubblico, piscine, palestre, manutenzioni del verde e musei, archivi e biblioteche.

Anche in questo caso, nessun riferimento al gioco, e tantomeno ai casinò, tenendo conto che, in questo caso, la loro attività di raccolta non era stata sospesa dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli, dai quali essi non dipendono.
Ciò premesso, ci sono al momento diverse scuole di pensiero: c'è chi ritiene che, analizzando le norme del decreto, potrebbe spettare alle Regioni decidere sulla loro riapertura, e chi aspetta invece ulteriori chiarimenti a livello nazionale. C'è però da evidenziare almeno due ordini di problemi.

Innanzitutto la riapertura è subordinata, e questo il decreto lo dice senza margini di intepretazione, al rispetto "dei contenuti di protocolli o linee guida idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in ambiti analoghi, adottati dalle regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali", che per quanto riguarda i casinò non ci sono. Ce ne sono di aziendali, o meglio, per ora il solo Casinò di Sanremo ha firmato il protocollo e istituito il comitato previsto dalle norme nazionali, mentre gli altri due casinò hanno avviato i lavori, ma non sono ancora arrivati a siglare protocolli aziendali.

C'è poi il discorso della mobilità tra le regioni, espressamente vietata fino al 3 giugno (o meglio, consentita, ma certo non per andare a giocare!), e questo potrebbe determinare, anche "potendo" riaprire, una scarsa convenienza economica a farlo. I casinò si rivolgono, quasi per definizione, a clienti non locali e a turisti, e a quello di Saint Vincent è parzialmente vietato l'accesso ai residenti in Valle d'Aosta, che possono accedere alle sue sole sale slot.

In Liguria i contatti tra Comune e Regione sono in corso ed è possibile che una decisione sulla riapertura del Casinò possa essere presa entro lunedì. Quanto al Veneto, se arrivasse il "via libera" dal governatore Luca Zaia oppure direttamente da Roma, ci si dice pronti a riaprire entro al massimo un paio di giorni. Quanto alla Valle d'Aosta, il governatore Renzo Testolin aveva già emanato un'ordinanza che regolava le riaperture a partire dal 18 maggio, senza fare cenno al Casinò. Non resta dunque che aspettare l'evolversi degli eventi, per avere qualche risposta sulle riaperture delle strutture.

 

 
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