"Chiedo che detta nota sia diffusa a tutti i consiglieri regionali e invito la II commissione a rettificare il contenuto della relazione. Invito, altresì, a non rilasciare affermazioni agli organi di stampa non veritieri e lesivi della mia professionalità".
Lo scrive l'avvocato Rosario Scalise, responsabile unico del procedimento relativo al lavori di ristrutturazione del Casinò di Saint Vincent (2009-2013) oggetto di una discussa relazione approvata dalla seconda commissione Affari generali e ora all'esame del Consiglio Valle (ma è stato anche deciso di inviarla in Procura).
In una nota al presidente della commissione, Pierluigi Marquis, Scalise ritiene che la relazione si caratterizzi per "le gravi omissioni e omissioni" riferite al suo operato, annunciando di aver "conferito mandato a un collega per valutare le opportune azioni da intraprendere nei confronti di tutti i responsabili", azione che anche l'ex amministratore unico Luca Frigerio ha intrapreso.
LE PRECISAZIONI DI SCALISE - Scalise innanzitutto evidenzia "di non essere mai stato convocato ufficialmente dalla II commissione" e di aver partecipato "a due sessioni" della stessa a seguito di richiesta del Casinò "e per quanto di mia competenza". In occasione di un terzo incontro "ho precisato di non avere altro da aggiungere rispetto a quanto precedentemente indicato, atteso che le informazioni richieste dalla commissione afferivano a circostanze di competenza dell'Au".
Inoltre, "non ho mai avuto alcun incarico decisionale, ma solo operativo" e "tale aspetto, fondamentale, non è stato messo adeguatamente in luce dalla relazione".
L'incarico "si è svolto in quasi otto anni e mi ha visto responsabile della sicurezza di 7 (a volte 8) cantieri in temporanea", Scalise ritiene "viste le notevoli responsabilità civilistiche e penali, di aver operato con egregi risultati, atteso che non si sono verificati infortuni, che i lavori sono stati conclusi nei tempi ristrettissimi previsti, che le attività di Cava (hotel e sale da gioco) sono rimaste in piena attività e che nessuna sanzione da parte di Asl e ispettorato è stata comminata".
Scalise evidenzia inoltre come il suo "compenso (peraltro inferiore a quanto affermato) debba essere parametrato all'enorme mole di lavoro e ai rischi connessi".
Inoltre, "nella relazione viene affermato come la mia attività non sia completamente in linea con il Dpr 207/2010. Francamente mi sorprendo che la II commissione (e verosmilmente i consulenti della stessa) facciano affermazioni del genere, gravi e gratuite, atteso che: ogni singola attività è stata gestita nel rispetto delle citate disposizioni (peraltro la cui applicazione non era obbligatoria, come emerge documentalmente; detta affermazione nasce da considerazioni normative e fattuali palesemente errate e fuorvianti (...); i documenti depositati presso la Casa da gioco danno evidenza della totale trasparenza e correttezza della mia attività e di quella del direttore dei lavori e dei progettisti".
Infine "per quanto concerne i numeri contenuti nella relazione e gli ulteriori errori (documentali e tecnici) non è mio compito confutarli, quanto piuttosto della Casa da gioco e dell'allora amministratore unico. Mi limito, unicamente, a dare evidenza come siano, per quanto di competenza, non completamente coerenti con la realtà documentale e fattuale".