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De Vecchis: 'Casinò all'ex cinema Palazzo, stop a situazione abusiva'

23 ottobre 2019 - 08:36

Il senatore della Lega William De Vecchis interroga il Viminale sull'occupazione dell'ex cinema Palazzo e ricorda l'originario progetto per ospitare anche un casinò.

Scritto da Anna Maria Rengo
De Vecchis: 'Casinò all'ex cinema Palazzo, stop a situazione abusiva'

"Alla luce della manifesta volontà di non rispettare le disposizioni giudiziarie", quali sono le azioni che il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese intende "intraprendere nell'immediato per mettere fine ad una situazione abusiva che si protrae da anni, pilotata da un gruppo ristretto di persone, che ha arbitrariamente deciso di sostituire il proprio progetto a quello regolarmente autorizzato?".

Questo il quesito posto alla titolare del Viminale dal senatore della Lega William De Vecchis in riferimento a quanto avvenuto nell'aprile del 2011, quando un gruppo di quindici persone ha "arbitrariamente invaso, al fine di occuparlo", l'ex cinema Palazzo, nel quartiere San Lorenzo di Roma, obbligando gli operai che vi stavano lavorando a lasciare l'edificio.

"Come si legge nel capo di imputazione dei quindici accusati, fra cui l'attrice Sabrina Guzzanti, il deputato del Pd Marco Miccoli, l'ex consigliere capitolino di Sel Andrea Alzetta e l'ex leader dei centri sociali romani Nunzio D'Erme, la protesta si è protratta nel tempo trasformandosi in un'occupazione", ricorda De Vecchis, che aggiunge: "L'immobile, che in passato aveva ospitato una sala da biliardo con proiettore, è, dal 2003, di proprietà della Area Domus Spa, società del gruppo Paoletti, che dal 2010 ne aveva disposto la locazione con contratto pluriennale ad una società per trasformarlo in una sala giochi; il legale della società ha provato a chiarire che la destinazione urbanistica dei locali consentiva di ospitare un cinema, un casinò (termine ovviamente utilizzato in senso estensivo, visto che per istituire un 'casinò' in senso stretto occorre una deroga alle norme di legge vigenti Ndr), un supermercato, e che il 70 percento della superficie sarebbe stato riservato a una vocazione ludico ricreativa a beneficio della cittadinanza. Ha anche ricordato che nel contratto di affitto era stato esplicitato l'impegno a bonificare i 150 metri quadrati d'amianto nel soffitto, come richiesto dalla Asl già nel 2006. Ha infine aggiunto che la società locataria era obbligata contrattualmente ad assumere a tempo indeterminato 27 persone necessarie a condurre la sala slot tra i padri di famiglia disoccupati del quartiere".

Secondo De Vecchis "Sembra chiaro, quindi, che la struttura fosse già destinata ad essere un importante presidio sul territorio, con vocazione commerciale, ma anche molto sociale. Ma gli occupanti hanno arbitrariamente voluto scegliere un'accezione particolare, colorando, senza averne alcun titolo, questo luogo di aggregazione con colori politici, ospitando all'interno manifestazioni di pensiero unico e trasformandolo, di fatto, in un luogo di ritrovo per ammiratori e nostalgici delle Brigate Rosse; la scelta di un ristretto gruppo di persone di proseguire per anni nell'occupazione piuttosto che vigilare sul rispetto di tutti gli impegni sociali assunti in fase di contratto dalla società locataria, ha prodotto il risultato paradossale secondo cui la cittadinanza, che avrebbe dovuto trarre beneficio da questa operazione, per partecipare alle attività svolte nella struttura, è stata costretta necessariamente a rendersi complice di un politicizzato progetto abusivo a danno dei legittimi proprietari e locatari; pochi giorni fa, sono stati posti i sigilli all'edificio occupato dal 2011 su disposizione della corte d'Appello di Roma, ma dopo poche ore gli attivisti hanno fatto irruzione e sono rientrati nella struttura, chiamando a raccolta i vari centri sociali del territorio romano ed alcuni esponenti del mondo politico".

 

 

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