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Campione, il viceministro Mauri incontra Zanzi e Ooss

09 ottobre 2019 - 16:20

Incontro tra il vice ministro dell'Interno Matteo Mauri, il commissario del Comune di Campione Giorgio Zanzi e le Ooss.

Scritto da Anna Maria Rengo
Campione, il viceministro Mauri incontra Zanzi e Ooss

Anche se le deleghe non sono state ancora assegnate, qualcosa, sul fronte politico, si muove. Venerdì 11 ottobre il vice ministro dell'Interno, il Dem Matteo Mauri, incontrerà infatti il commissario prefettizio del Comune di Campione d'Italia, Giorgio Zanzi, e le organizzazioni sindacali, sia dell'ente che della Casa da gioco.

Tanti e urgenti i temi che dovranno essere affrontati, a cominciare dalla nuova pianta organica dell'ente (su cui è chiamato a decidere il Tar del Lazio) e le conseguenze che ci saranno sui servizi erogati, ma anche la gravissima crisi dell'intera comunità, determinata dalla chiusura del Casinò, il 27 luglio di un anno fa. Come noto, la relazione tecnica del commissario straordinario della Casa da gioco, Maurizio Bruschi, è pronta da un bel pezzo ed è stata consegnata al Viminale. Possibile dunque che venerdì si potranno conoscere le intenzioni del ministero dell'Interno, e dunque del Governo, su cosa si può e vuole fare per procedere alla riapertura della Casa da gioco.

Altro tema di scottante attualità è l'entrata di Campione nel territorio doganale dell'Unione europea: la data si avvicina, il 1° gennaio 2020, e c'è molta preoccupazione su quelle che potranno essere le conseguenze.  

IL COMMENTO DI ORSENIGO - Nell'annunciare l'incontro di venerdì, il consigliere regionale lombardo del Pd Angelo Orsenigo sottolinea: "Contestualmente, insieme alla deputata Chiara Braga incontreremo i cittadini. Vogliamo davvero che il nostro comune oltre confine e i suoi abitanti, ribadiamo, famiglie italiane, esca dall’incubo in cui è piombato da fin troppo tempo. Saremo con il Viceministro Mauri a Campione e ascolteremo ancora una volta le parole del commissario Zanzi e le richieste dei sindacati.

Campione d’Italia è un comune della provincia di Como eppure, per un anno, il precedente governo di centrodestra non ha mosso un dito, non ci ha mai messo la faccia. Anzi, ricordiamo ancora benissimo le parole dell’ex Ministro dell’Interno Salvini che, in visita nel comasco, a domanda specifica rispose che la questione non lo riguardava.
La presenza del Viceministro Mauri direttamente a Campione è per noi importante perché significa cominciare ad affrontare seriamente una situazione diventata da tempo insostenibile per i nostri concittadini. È un primo, vero e tangibile segnale di attenzione e interesse da parte del nuovo Governo verso una vicenda grave che riguarda, lo ribadiamo, cittadini italiani.
Noi ci siamo sempre stati: nel disinteresse totale anche del centrodestra che governa Regione Lombardia, abbiamo insistito più volte per ottenere audizione sia con Zanzi, che con i sindacati in Commissione speciale e finalmente, l’11 luglio l’abbiamo ottenuta: è servita a fotografare la situazione che, nel frattempo, si è deteriorata ancora di più.

La vicenda dell’exclave inizia a luglio del 2018 quando, dopo vari tentativi di salvataggio, il casinò, che tiene praticamente in piedi l’intera comunità, fallisce, lasciando debiti, disoccupati e togliendo di fatto linfa vitale al Comune. Da allora è una sequela di vicende negative che portano Campione sull’orlo del baratro.

Mancando, infatti, le entrate del casinò, che rappresentano il principale sostentamento dei servizi – in gran parte erogati e pagati dal Canton Ticino –, presto finiscono le scorte e la comunità affronta un primo, duro inverno. Cominciano a mancare il carburante per gli scuolabus e le fonti di energia per il riscaldamento. I bambini campionesi si ritrovano in classe al freddo. Le loro famiglie disoccupate, con emolumenti italiani in territorio a prezzi svizzeri. Tre quarti dei dipendenti del Comune vengono licenziati: prima sono 31, poi se ne aggiungono altri 29, sui quali pende un ricorso appena dibattuto al Tar di Roma, perché il dissesto non permette di mantenere più di 17 lavoratori.

Dall’altro lato, il Canton Ticino, che finora non ha mai abbandonato la comunità italiana e vanta un credito di 5 milioni di franchi, attraverso una delegazione del Gran consiglio che ha recentemente incontrato la Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione elvetica, ha già avvisato che gli operatori privati che erogano i servizi al Comune se non avranno garanzie che i soldi rientreranno, interromperanno l’attività".

 

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