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Sottosegretari, Variati e Sibilia al Viminale, Baretta torna al Mef

13 settembre 2019 - 10:13

Formata la squadra dei sottosegretari del Governo Conte 2, tra conferme e ritorni: le nomine di diretto interesse per i casinò.

Scritto da Anna Maria Rengo
Sottosegretari, Variati e Sibilia al Viminale, Baretta torna al Mef

La squadra del Governo Conte 2 è completa. Il consiglio dei ministri di oggi 13 settembre ha infatti proceduto alla nomina dei sottosegretari e dei viceministri.

IL VIMINALE - L'attesa dei casinò era ovviamente puntata sul ministero dell'Interno, oggi guidato da Luciana Lamorgese. Come sempre, le anticipazioni dei giorni scorsi sono state in parte confermate, in parte smentite: l'ufficialità è che Carlo Sibilia, del Movimento 5 Stelle, resta sottosegretario, e l'altro nominato è Achille Variati (Pd), ex sindaco di Vicenza e componente dell'Anci che in più occasioni si è occupato anche di gioco.

La delega alla sorveglianza alle Case da gioco potrebbe essere dunque assegnata a uno di loro due. Tuttavia, non è detto, visto che per esempio l'ex ministro Matteo Salvini non aveva proceduto in tal senso. Nel ruolo di viceministri sono stati invece designati Vito Crimi (M5S) e Matteo Mauri, del Pd.

IL MEF - Tuttavia, il settore dei casinò guarda con attenzione anche alle nomine per il ministero dell'Economia e delle Finanze, che si occupa di gioco pubblico, ossia di quello che viene direttamente gestito dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Sotto questo profilo, una sorpresa, probabilmente gradita, è arrivata dalle nomine del consiglio dei ministri di oggi. Nel ruolo di sottosegretario, oltre ad Alessio Villarosa (M5S, con delega al gioco durante il primo Governo Conte) e all'economista Maria Cecilia Guerra torna infatti l'esponente del Pd Pier Paolo Baretta, anch'esso sottosegretario con delega al gioco nella precedente legislatura. Il veneziano Baretta nel corso del suo incarico governativo si era occupato con grande fattività anche del settore dei casinò, rappresentando per essi un interlocutore. In particolare, nel suo progetto di riforma dell'offerta di gioco pubblico, che aveva raggiunto un punto fermo con l'intesa raggiunta in sede di Conferenza unificata Stato, Regioni ed Enti locali, facevano parte integrante pure i casinò. Baretta auspicava dunque una riforma anche per essi, così da uscire da una crisi "strutturale", non escludendo di avviare valutazioni per arrivare a una gestione per così dire "centralizzata" degli stessi.

Gli scenari, da allora (l'intesa in Conferenza unificata risale al 2017) sono profondamente cambiati. Soprattutto, l'anno successivo ha chiuso il Casinò Campione d'Italia, dopo la sentenza di fallimento della sua società di gestione da parte del tribunale di Como. Il successivo annullamento da parte della Corte d'appello di Milano non ha finora portato alla riapertura e dunque la vera emergenza è ora rappresentata dallo studiare soluzioni perchè ciò avvenga.

 

 

 

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