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Casinò Campione: l'eterna attesa della politica e l'ostacolo della crisi di governo

12 agosto 2019 - 08:22

Dopo la relazione presentata dal commissario straordinario Maurizio Bruschi al Ministero, nessuna risposta: e ora la crisi compromette i lavori: ma accende nuove speranze.  

Scritto da Ac
Casinò Campione: l'eterna attesa della politica e l'ostacolo della crisi di governo

 

Che fine ha fatto la relazione sul Casinò di Campione d'Italia redatta dal Commissario straordinario Maurizio Bruschi e depositata al Ministero degli Interni lo scorso sei luglio? Ad oggi, non è ancora giunta una risposta ufficiale e neppure ufficiosa: anche se la semplice cronaca politica quotidiana potrebbe includerne una, tenendo conto delle vicissitudini che riguardano l'Esecutivo e che lasciano intendere che il Ministro, come pure i suoi colleghi di maggioranza, abbiano altro di cui doversi (pre)occupare in queste ore. Eppure è proprio la crisi di governo a poter peggiorare le cose, per il casinò: ammesso che sia possibile. Come spiega anche il presidente dell’Associazione operatori economici dell’enclave, Massimo D’Amico, in un'intervista concessa al Corriere di Como, nella quale spiega come, a suo giudizio, il commissario Bruschi dovrebbe aver presentato non un’ipotesi unica ma un ventaglio di proposte, che possano portare dalla difficile gestione della vecchia società a una nuova, sempre pubblica, ma con il supporto di un soggetto privato. Indicando come la cosa più naturale che il ministero incarichi proprio Bruschi di seguire anche la costituzione della società di gestione.

Stando a quanto trapela dall'enclave, come già spiegato su queste pagine in passato, negli ultimi mesi sarebbero arrivate diverse proposte di supporto al Casinò con manifestazioni di interesse da parte di vari soggetti privati. Almeno quattro, secondo D'amico, indicando la società francese Propriétés & Co (Hpa Holding), la ticinese Artisa Group, un terzo gruppo cinese e l’idea dell’imprenditore Ernesto Preatoni, che prevederebbe non solo il gioco, ma anche un piano di rilancio artistico e culturale di Campione d'Italia.
Eppure, la crisi politica e le eventuali elezioni potrebbero prolungare ulteriormente l’agonia del Casinò campionese. Fermo restando che, rispetto alla vicenda, bisognerà attendere anche i vari verdetti da parte dei tribunali, con i vari ricorsi e contro-ricorsi che interessano la società di gestione precedente. Oltre ai curatori fallimentari, i vari creditori, tra cui le banche e il Comune, proprietario dell’immobile. E una serie di ulteriori problemi che riguardano specificamente l'enclave di Campione, che nonostante il suo statuto speciale deve fare i conti con le difficoltà caudate dalle leggi doganali che non facilitano le economie, soprattutto a livello internazionale.
La caduta dell'attuale Esecutivo farebbe comunque slittare ogni possibile decisione, pur potendo fornire qualche possibile schiarita all'orizzonte: tenendo conto che l'ipotesi di una nuova maggioranza dominata quasi interamente dalla Lega - sicuramente più sensibile alle vicende locali e probabilmente più "libera" nel prendere decisioni rispetto ai vincoli forniti oggi dal contratto di governo siglato con i 5 Stelle - potrebbe rivelarsi favorevole per trovare una soluzione “politica” alle vicende che riguardano il Casinò e il Comune di Campione più in generale, come auspicato anche dalle organizzazioni sindacali.
Intanto la cittadinanza spera: con gli ex dipendenti in testa, ancora alle prese con una situazione di difficoltà senza precedenti e una serie di interrogativi sul proprio futuro ai quali nessuno, a quanto pare, è in grado oggi di dare risposta.
 

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