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Balsamo: 'Campione, dopo sentenza Corte d'Appello intervenga politica'

14 marzo 2019 - 16:35

L'ex vice sindaco di Campione d'Italia, Alfio Balsamo, evidenzia la necessità ancora più urgente di un intervento del Governo sul Casinò.

Scritto da Anna Maria Rengo

La Corte di Appello del tribunale civile di Milano ha annullato la sentenza di fallimento della casa da gioco di Campione d’Italia "per un vizio sì di forma ma sostanziale ai fini della procedura".

Lo sottolinea Alfio Balsamo, ex vice sindaco di Campione, che punta l'attenzione sul passaggio fondamentale: "Il 25 luglio 2018, la casa da gioco aveva pronti tutti i documenti del piano di risanamento della società, piano regolarmente asseverato, che era stato accettato da tutti i creditori, tranne che dall’Organo Straordinario di Liquidazione del comune per la parte di sua pertinenza.
Il Tribunale Civile di Como, aveva fissato per il 17/9/2018 l’udienza per discutere della procedura. Invece il Tribunale, il giorno 26 luglio 2018 decretava il fallimento e la conseguente immediata chiusura della casa da gioco".

Balsamo aggiunge: "Ora il problema è sempre lo stesso: come far riaprire il Casinò prima possibile, poiché non è ipotizzabile che l’intero sistema campionese possa resistere ai tempi della burocrazia e della giustizia, qualora i curatori o la procura decidessero di ricorrere in cassazione.
D’altra parte i curatori in nome di quale interesse dovrebbero ricorrere in Cassazione?
Non nell’interesse dei creditori i quali stante l’attuale situazione patrimoniale della società vedrebbero ben poco o nulla, non nell’interesse dello Stato che da questa vicenda ha già perso 500.000 euro per mancata riscossione della tassa sulla licenza sui giochi, oltre alle entrate erariali della casa da gioco e di quelle di tutti i dipendenti che, essendo rimasti senza lavoro ovviamente non corrispondono le rispettive imposte, non nell’interesse del Comune, il quale senza gli storni della casa da gioco allo stato attuale non potrà sopravvivere, con i dipendenti che non prendono lo stipendio da circa un anno e con il taglio di determinati servizi, anche essenziali. Si tratta di milioni di euro che uniti ai mancati incassi fanno cifre iperboliche.
Al momento quindi non è dato sapere quale possa essere l’interesse della procura e dei curatori a ricorrere in Cassazione, in presenza di una vicenda che presenta pochi lati chiari, se non addirittura oscuri, almeno per noi.
Tuttavia il danno creato è stato enorme e devastante. Ci sono alcune responsabilità che non possono essere più sottaciute. I cittadini chiedono giustizia".

LA POSSIBILITA' DI CLASS ACTION - Balsamo evidenzia inoltre che alcuni avvocati interpellati si sarebbero dichiarati disponibili ad iniziare una “class action” verso la Corte dei Conti per la verifica di eventuali danni erariali e verso il Tribunale civile, per chiedere i danni morali, materiali e d’immagine, causati ai cittadini e all’intero sistema economico di Campione d’Italia.
Allora, siccome é compito dello Stato tutelare i diritti dei suoi cittadini, compresi quelli propri dello Stato stesso, intervenga immediatamente, allargando i poteri del commissario straordinario per la casa da gioco, che il ministero dell’interno ha già individuato, ipotizzando una gestione straordinaria , limitata nel tempo, con conseguente riapertura in tempi brevi della stessa, magari coadiuvato dall’attuale amministratore unico Marco Ambrosini, che sarebbe in grado di fornirgli tutti quegli strumenti necessari per accelerarne i tempi.
In una ipotesi del genere, la causa presso il tribunale di Como, potrebbe seguire il suo iter, alla fine del quale si tireranno le somme e si deciderà quale sarà l’assetto definitivo.
Quindi intervenga la politica subito, poiché veramente non c’è più tempo da perdere".
 
IL RICORSO IN CASSAZIONE - Se ci dovesse essere un ricorso in Cassazione, "i tempi per una sentenza diventeranno incompatibili con la sopravvivenza del territorio, sentenza che potrebbe non essere comunque risolutiva della problematica e quindi con ulteriore allungamento dei tempi rispetto all’eventuale apertura, vanificando cosi anche le pur lodevoli nuove norme fiscali che il governo ha di recente approvato.
Se poi ci aggiungiamo che a partire dal 2020 potrebbero mettere una dogana all’arco (ingresso dalla Svizzera a Campione d’Italia), in virtù delle nuove norme europee, i campionesi si troveranno costretti a vivere come in una specie di riserva indiana, come quelle viste nei film, riferite al diciannovesimo secolo negli Stati Uniti: impauriti, impoveriti, arrabbiati e senza sicurezza per il proprio futuro.
Quello Stato che per decenni ha incassato centinaia di milioni di euro dal Casinò di Campione, milioni che hanno contribuito anche allo sviluppo delle province di Como, Varese e Lecco, non può più rimanere a guardare, deve intervenire subito e gli strumenti li ha".

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