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Butti (FdI): 'Casinò Campione, Stato ha l'obbligo di intervenire'

17 novembre 2018 - 06:17

Il deputato di Fratelli d'Italia Alessio Butti esamina la crisi del Casinò Campione e dell'intera comunità.

Scritto da Anna Maria Rengo

Giornate drammatiche a Campione d'Italia, dove la Casa da gioco è chiusa dallo scorso 27 luglio e si attende il 22 novembre, quando in Corte d'appello, a Milano, sarà discusso il reclamo proposto da Comune, Casinò e Banca popolare di Sondrio contro la sentenza che ha disposto il fallimento della societò di gestione.

Da sempre vigile e critico sulle vicende campionesi, il deputato comasco di Fratelli d'Italia Alessio Butti afferma: “La politica non solo ha la possibilità ma anche l'obbligo di intervenire a un certo livello, semplicemente per il fatto che ci sono centinaia di persone che rischiano il posto di lavoro, a cominciare dai lavoratori del Casinò. Lo deve fare con coraggio rispetto a quello che la vulgata popolare dice, ossia che, visto che i campionesi finora hanno preso soldi pubblici, ora sono fatti loro. Non è così. Anzi, il Casinò per decenni ha finanziato lo Stato italiano anche in modo estremamente riservato, alimentando il cosiddetto 'fondo Campione' del ministero dell'Interno. Inoltre, territorialmente ha nel corso dei decenni sostenuto iniziative portate avanti dalle province di Como, Lecco, Varese e non solo. Bisognerebbe avere la memoria lunga prima di parlare. Quello che è certo, come ho detto in un'assemblea pubblica, è che nulla potrà più essere come prima sia in termini di stipendi che di organico del personale e questo è stato capito perfettamente e su questa strada si sono indirizzati i lavori del tavolo convocato, finalmente, con tre mesi di ritardo”.

Il deputato enumera inoltre le possibili soluzioni: “Quelle che mi sono state prospettate da fonti ministeriali sono molteplici. Innanzitutto, consentire subito al Comune di poter bandire una gara europea per la gestione del Casinò. A tale proposito si diceva che il problema era il sindaco, ma ora che non c'è più può essere una soluzione praticabile, come prospettato anche dai tecnici ministeriali. La seconda ipotesi può essere una presa in carico a livello statale di tutte le case da gioco. Si tratta di un progetto che avrà almeno dieci anni. La terza, infine, è quella di trasformare quello di Campione in un casinò regionale, stile Saint Vincent, una proposta praticabile ma che mi trova scettico. Il Casinò di Campione non ha mai chiesto denaro pubblico, anzi ha dato quattrini a non finire allo stato italiano. E sarebbe ancora in utile, se lo si lasciasse operare”.

Butti rincara: “Ovvio che gli svizzeri avrebbero interesse ad annettersi Campione, hanno considerato che il Comune verrà ridotto numericamente e risanato e che il Casinò ha la possibilità di produrre utili. Hanno fatto uno più uno ma, francamente, non è una proposta da prendere in considerazione. Piuttosto, il governo italiano deve solo decidere che cosa vuol fare. Di possibilità ce ne sono a iosa, e i campionesi hanno capito che nulla potrà tornare come prima”.

Anche perchè i tempi, per usare una frase fatta, sono cambiati...

“La mia non è un'opinione, ma un fatto scientifico. I casinò hanno accusato più di altre imprese la crisi, che è ormai decennale. A mio modo di vedere, nel caso di Campione, la gestione deve essere affidata ai privati ma con patti molto chiari affinchè l'amicizia possa essere lunga. Quindi vanno decise le royalty per l'ente pubblico, le strategie industriali e manageriali. Patti che non vadano a nocumento del pubblico e che consentissero una gestione privata nella quale ci sarebbero meno interessi politici”.
 
EMENDAMENTI - Alessio Butti (FdI) e Chiara Braga (Pd) hanno presentato due distinti emendamenti alla manovra su Campione. "Due misure straordinarie - come hanno spiegato i due deputati - presentate per arginare una situazione altissima criticità che coinvolge oltre 500 persone. Le nostre proposte vogliono essere un contributo al Governo, anche per questo abbiamo pensato di presentarle in maniera congiunta".   

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