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LeoVegas, due nuovi reclami contro il decreto Dignità

27 settembre 2018 - 14:43

LeoVegas conferma l’intenzione di presentare due nuovi reclami alla Commissione Europea contro le disposizioni sulla pubblicità del gioco contenute nel decreto Dignità.

Scritto da Redazione
LeoVegas, due nuovi reclami contro il decreto Dignità

LeoVegas riprende la battaglia alla Commissione Europea contro il decreto Dignità, in uno scenario che si è arricchito di importanti novità e che prefigura un autunno caldo per l’intero comparto dei giochi online su scala europea, guidato dalla società svedese di gambling. Dopo aver presentato il 24 luglio il reclamo alla Commissione Europea contro il decreto Dignità, in violazione dell'obbligo di notifica dell'articolo 5 della Direttiva dell’Unione Europea 2015/1535 e inoltre degli articoli 54 e 56 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (Tfue), LeoVegas ha intenzione di presentare due nuovi reclami alla Commissione Europea sempre contro il decreto Dignità ed ha contemporaneamente iniziato un importante lavoro di sensibilizzazione nei confronti del Parlamento Europeo affinché la questione possa essere affrontata al più presto.

Che sia una tematica particolarmente urgente, si legge in una nota, lo dimostra sia il fatto che alla Commissione Europea sono formalmente arrivati altri reclami da diverse società del gioco online attive in Italia (sempre in riferimento alla violazione della Direttiva Ue 2015/1535), sia il fatto che altre nazioni – Lituania, Svezia, Bulgaria – hanno recentemente preso decisioni legislative importanti in merito al settore del gioco online e al divieto di pubblicità, esprimendo posizioni differenti tra loro. È evidente come la regolamentazione del settore dei giochi online debba essere un tema centrale nell’agenda della Commissione Europea. Pur non esistendo un calendario preciso della Commissione Europea per esaminare i reclami, LeoVegas si è messa alla guida dell’attività di sensibilizzazione del Parlamento Europeo, esattamente come avvenuto in Italia prima dell’estate.

“Il mio intervento a Bruxelles”, dichiara Niklas Lindahl, country manager di LeoVegas Italia, “si è focalizzato in primis sull’analisi di due nuovi reclami contro il decreto Dignità che andremo a presentare nei prossimi giorni alla Commissione Europea, su cui darò approfondimenti a breve ma posso anticipare che sono inerenti al tema degli aiuti di Stato e al tema della concorrenza. Inoltre, ho avuto modo di fare degli importanti incontri con alcuni membri del Parlamento Europeo - in particolar modo con esponenti italiani, svedesi e maltesi - al fine di sensibilizzarli sull’urgenza di affrontare la tematica dei reclami contro il decreto Dignità da parte della Commissione Europea. Oltre all’Italia, anche nazioni come la Lituania, la Bulgaria e la Svezia stanno affrontando importanti cambiamenti legislativi, ma a differenza dell’Italia hanno tutti rispettato l’articolo 5 della Direttiva dell’Unione Europea 2015/1535, è evidente come il tema della pubblicità nel settore del gioco online sia una questione di prioritaria urgenza per l’Unione Europea.
 
Per questo ho in programma di fare a breve nuovi incontri direttamente con la Commissione Europea, in particolar modo credo sia necessario dialogare direttamente con la Direzione Generale per il Mercato Interno, l'Industria, l'Imprenditorialità e le Pmi(Directorate-General for Internal Market, Industry, Entrepreneurship and Sme's). Sarà un autunno caldo e LeoVegas sarà alla guida per la difesa dei diritti dei lavoratori di un intero settore che è stato demonizzato troppo a lungo, senza che vi siano ragioni oggettive e sostanziate da dati ufficiali, ma che anzi è il più sicuro e attento verso la ludopatia, da forze politiche attente solo ad accaparrarsi il sostegno di qualche area influente, senza pensare alle decine di migliaia di famiglie che stanno vivendo con grande preoccupazione questo presente, cittadini italiani che hanno gli stessi diritti e doveri degli altri, ma che oggi vengono trattati come fossero una vergogna da nascondere”, conclude Niklas Lindahl.
 

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