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Casinò a San Pellegrino Terme, il Comune si appella a Salvini

12 settembre 2018 - 07:58

Nuova istanza del Comune di San Pellegrino Terme per chiedere l'apertura del Casinò, il commento del sindaco Milesi.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò a San Pellegrino Terme, il Comune si appella a Salvini

Comune di San Pellegrino Terme ancora alla carica per chiedere anche al nuovo governo la riapertura del Casinò. E il sindaco Vittorio Milesi evidenzia il collegamento con la reiterata richiesta a la chiusura del Casinò Campione d'Italia: “Si tratta di un collegamento che ha un suo fondamento, in quanto la chiusura del Casinò libera un'area importante in ambito nazionale. Nella regione più produttiva e importante d'Italia non c'è più un'offerta di questo tipo, mentre c'è una clientela, quella che si recava a Campione, di cui si può soddisfare la domanda. Per noi il casinò è un'offerta che riguarda il completamento dell'offerta turistica sul piano nazionale e internazionale. Stiamo cercando un rilancio che punta sulle terme, sulla valorizzazione del liberty, sul marchio San Pellegrino riconosciuto a livello mondiale, su una clientela proveniente da tutti i paesi del modo. Un 'offerta di gioco, in questo contesto, ci può stare, come sta in tante altre località turistiche. Poi vale sempre il principio che non si capisce il paradosso tutto italiano che consente all'offerta di gioco di restare in ogni angolo di strada mentre si insiste a dire no a pochi casinò che per loro natura sono sicuramente più controllati”.

L'ISTANZA A SALVINI – Sono anni che Milesi porta avanti la sua battaglia per avere il casinò e in tale contesto è recentissimo l'invio di un'istanza al ministro dell'Interno Matteo Salvini nel quale chiede che “nel quadro legislativo, costituzionale ed europeo vigente, in forza della facoltà al medesimo attribuita, autorizzi il Comune di San Pellegrino Terme ad adottare tutti i provvedimenti necessari per l’apertura di una Casa da gioco in ambiente reale in uno dei due complessi monumentali liberty del Casinò municipale o dell’ex-Grand Hotel”, fermo il rispetto di “tutte le ulteriori prescrizioni” che il ministro “vorrà all’uopo impartire”.
A seguito di precedenti richieste al nuovo premier Giuseppe Conte, ai vicepremier Salvini e Luigi Di Maio, e ad altri esponenti governativi tra cui il ministro dell'Economia Giovanni Tria, Milesi aveva rivevuto da quest'ultimo ministero una nota con cui, in sintesi, l'Agenzia delle Dogane evidenzia che "l'organizzazione e l'eservizio dei giochi pubblici (...) sono riservati allo Stato e che non attiene alla competenza della scrivente la valutazione della sussistenza dei preupposti normativi per il rilascio dell'autorizzazione da parte del ministero dell'Interno all'apertura della Casa da gioco (...) in deroga alla (..) riserva di legge e al divieto di esercizio del gioco d'azzardo previsto dall'articolo 718 del codice penale".

 

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