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Campione, il 'sistema' in attesa tra piano Casinò e decreto Dignità

17 luglio 2018 - 09:39

Grande attesa a Campione per l'approvazione del piano di ristrutturazione del Casinò, sullo sfondo i nuovi problemi derivanti dal decreto Dignità.

Scritto da Anna Maria Rengo
Campione, il 'sistema' in attesa tra piano Casinò e decreto Dignità

Attesa a Campione d'Italia per il consiglio comunale, convocato in seduta straordinaria per giovedì 19 luglio, e che ha all'ordine del giorno il piano di ristrutturazione industriale e finanziario 2018-2022 ex articolo 182-bis legge fallimentare - Approvazione deroga rapporti convenzionali e che dovrà a sua volta essere presentato al tribunale di Como, chiamato a decidere sull'istanza di fallimento per insolvenza dela società di gestione della Casa da gioco, presentata dalla Procura lariana. A tale proposito, il piano, di cui fa parte integrante l'accordo raggiunto con le Ooss sulla riduzione del costo del lavoro, prevede che il Comune incassi in cinque anni 40 milioni di euro: questo l'importo garantibile e asseverabile. Un importo certamente inferiore rispetto a quanto il Casinò ha o avrebbe dovuto dare negli anni passati e rispetto anche ai fabbisogni "storici" del Comune, quantificabili in circa 30 milioni di euro annui, e che avrà conseguenze sull'organizzazione generale dell'ente, ma che deriva naturalmente dalla condizione globale della Casa da gioco.

La preoccupazione è grande, a Campione, anche sui contenuti del decreto Dignità, il cui disegno di conversione in legge è al momento all'esame delle commissioni riunite Lavoro e Finanze della Camera dei Deputati, con tempi probabilmente più lunghi rispetto a quelli stimati visto che gli uffici di presidenza hanno deciso di avviare delle audizioni. Come noto, il decreto prevede il divieto assoluto di pubblicità del gioco, che nel caso specifico fi Campione d'Italia, località lacustre caratterizzata dalla mono-economia esercitata dal Casinò, preclude la possibilità di puntare sul mass market, carta finora vincente della Casa da gioco. Se il divieto resterà così com'è, senza alcuna deroga, occorrerà dunque cambiare la politica territoriale, attraverso strategie di marketing che portino gente che poi vada a giocare al Casinò, non viceversa. E non è poco!

Intanto, proseguono, anche nella giornata di ieri 16 luglio, gli incontri informali tra azienda e sindacati sul futuro della Casa da gioco, mentre, sempre ieri, come riporta la Regione Ticino, il Consiglio dell'Unione europea che ha accolto la richiesta formulata un anno fa, il 18 luglio 2017 dall’Italia, sollecitata dall’amministrazione comunale di Campione guidata da Marita Piccaluga, che chiedeva l’inclusione nel territorio doganale dell’Unione europea dell’exclave e delle acque italiane del lago di Lugano, essendo venute meno “le motivazioni storiche che ne giustificavano l’esclusione, quali l’isolamento e gli svantaggi economici, non essendo più pertinenti”. La decisione presa nel maggio scorso, ma della quale si è venuti a conoscenza solo nel fine settimana, è ritenuta ‘’essenziale per garantire condizioni di parità fra gli operatori economici svizzeri e quelli operanti a Campione d’Italia attraverso l’applicazione di un regime di imposizione indiretta locale, in linea con l’imposta sul valore aggiunto (Iva) svizzera". In parole povere i commercianti campionesi oltre all’Iva svizzera non dovranno più pagare anche quella italiana.
 
 

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