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Giovanardi: 'Casinò, da proibizionismo a legalizzazione ovunque'

26 gennaio 2017 - 09:38

Il senatore Carlo Giovanardi evidenzia in Aula l'evoluzione storica delle politiche italiane su giochi e casinò.

Scritto da Amr
Giovanardi: 'Casinò, da proibizionismo a legalizzazione ovunque'

Il tema dei casinò entra nella discussione in Senato della risoluzione sulla relazione su gioco e criminalità, oltre che nel testo che ieri 25 gennaio è stato approvato, con 200 voti favorevoli e uno solo contrario, dall'Aula. A portarlo al centro dell'attenzione è stato in particolare il senatore di Gal, Carlo Giovanardi che, nel suo intervento, sottolinea come questa “relazione corposa” riguarda “un aspetto del problema, le infiltrazioni mafiose nel gioco d'azzardo, ma c'è un però (…) perché la dinamica attraverso la quale (...) si è arrivati a questa situazione è qualcosa di incredibile.
Ricordo benissimo tutti i dibattiti fatti alla Camera e al Senato negli anni passati sull'opportunità di aprire o meno nuovi casinò in Italia rispetto ai pochi esistenti, per esempio nelle località di mare che lo richiedevano, come Riccione, Rimini o altre località, e il rifiuto assoluto dei parlamentari di aprire nuove case da gioco, giustificato dal fatto che si incrementava intanto il gioco d'azzardo e, soprattutto, si dava spazio alla criminalità organizzata. Ora ci troviamo di fronte ad una serie di passaggi, mai discussi e approfonditi dal Parlamento, che si sono succeduti surrettiziamente attraverso le varie leggi finanziarie - colpa dei Governi di centrodestra e di centrosinistra - che, aggirando il tradizionale rifiuto del Parlamento ad aprire qualsiasi nuova casa da gioco in Italia, sostanzialmente hanno creato migliaia di nuove case da gioco in tutti i Comuni italiani. Questa è la realtà di cui oggi stiamo trattando: una realtà del gioco d'azzardo che si è espansa in maniera illimitata creando i disastri che conosciamo”.

Giovanardi evidenzia ancora che “lo Stato, fino agli anni Duemila, aveva sulla questione del gioco d'azzardo una posizione molto chiara: ci sono quattro o cinque casinò in Italia, che sono nati per ragioni storiche in zone marginali e di confine, e basta; il gioco d'azzardo in quanto tale non lo si legalizza e non si diffonde la possibilità di accedere al gioco d'azzardo a chiunque. Questa era la posizione pubblica del Parlamento. Adesso siamo arrivati a una posizione diametralmente opposta, per cui siamo passati alla diffusione del gioco d'azzardo ovunque e francamente, colleghi, a me sembra impossibile che con le ricette utilizzate nella relazione, che pur sono giuste, si possa affrontare il problema e dare una risposta adeguata sia alle infiltrazioni della criminalità organizzata, sia al problema delle patologie che nascono dal gioco”.
SISTEMI CASINO' A ESEMPIO – Anche la risoluzione approvata chiama in causa i casinò, nella parte relativa alle politiche antimafia e ruolo delle autonomie locali. Si propone dunque che la soluzione della cosiddetta 'questione territoriale' sia conforme a diversi criteri di massima, tra essi: “l'eccessiva polverizzazione sul territorio delle diverse tipologie di punti di gioco pone un notevole ostacolo all'effettuazione di adeguati controlli amministrativi e di polizia; ciò vale a maggior ragione, ma non solo, nelle aree del Paese dove le autorità inquirenti sono chiamate a far fronte quotidianamente alle minacce poste da articolate organizzazioni criminali anche di tipo mafioso; occorre, pertanto, offrire alle regioni e agli enti locali, in alternativa o in aggiunta alle tipologie di punti di gioco previsti dalla legislazione vigente, la possibilità di prevedere che la propria quota di offerta di gioco sia concentrata in un numero limitato di 'luoghi di gioco' considerati più sicuri. Ad esempio, potrebbero essere istituite 'sale da gioco certificate', con caratteristiche tali da scongiurare ogni minimo rischio di infiltrazione criminale, elusione delle regole o di distorsione, come, ad esempio, una formazione specifica del personale, l'accesso selettivo all'ingresso della sala, la completa identificazione dell'avventore, la tracciabilità completa delle giocate e delle vincite, degli apparati di videosorveglianza interna simili a quelli in dotazione ai tradizionali casinò, un collegamento diretto della sala con presidi di polizia e/o con l'Agenzia delle dogane e dei monopoli”.
La risoluzione fa un passaggio anche sui casinò online, nella parte relativa all'adozione di misure armonizzate a livello europeo nel settore del gioco d'azzardo a distanza. Si raccomanda dunque al Governo di adoperarsi per l'attuazione dei contenuti della risoluzione approvata nello stesso testo dalla Camera (11 dicembre 2014) e dal Senato (29 ottobre 2014), in particolare “laddove si richiede al Governo di intraprendere le iniziative ritenute necessarie affinché a livello europeo siano adottate misure armonizzate, o comunque concertate, al fine di evitare la penetrazione o l'infiltrazione della criminalità organizzata nel settore del gioco d'azzardo a distanza - in particolare delle scommesse telematiche, dei videopoker e dei casinò online - che rientra tra quelli a rischio più elevato. In tale contesto, è stata sottolineata l'esigenza che l'Unione europea disponga di un quadro normativo armonizzato in materia di requisiti di onorabilità e di professionalità applicabili agli operatori della filiera del gioco, scambio di informazioni e di intelligence sulle ipotesi di violazione, individuazione dei comportamenti anomali o sospetti, nonché in materia di tracciabilità delle operazioni e identificazione dei soggetti che partecipano ai giochi a distanza al di sopra di una soglia stabilita”.
Un cenno alla pericolosità ai casinò online era stato fatto, nel suo intervento in Aula, anche dal senatore Salvatore Torrisi (Ap): “Vi è l'offerta di gioco d'azzardo online, che interessa principalmente il fenomeno della presenza in rete di innumerevoli casinò e altri siti analoghi non autorizzati a operare in Italia. Al riguardo, anche grazie alla collaborazione della Guardia di finanza, e in particolare del Nucleo speciale frodi tecnologiche, l'Agenzia delle dogane e dei monopoli ha inibito più di 6.200 siti non autorizzati di offerta di gioco online. 

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