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Candiani: ‘Nuovi casinò in contesto di riduzione gioco pubblico’

30 aprile 2015 - 10:32

Se le proprietà mostrano qualche perplessità e se i casinò fanno oggi il punto a Milano, in un incontro informale di Federgioco, la politica si interroga sulla proposta Baretta di intervenire con una nuova regolamentazione del settore, prevedendo dunque, magari già nell’ambito e attraverso lo strumento della delega, la nascita di una unica società di gestione e di filiali regionali.

Scritto da Anna Maria Rengo

 

A tale proposito, il senatore della Lega Nord, Stefano Candiani (vicepresidente vicario del gruppo LN-Aut, membro della 9ª e della 14ª commissione permanente, oltre che della commissione parlamentare per le questioni regionali), esprime a Gioconews.it le proprie opinioni: “Parliamo di una materia difficile da trattare in quanto ne deve essere considerato anche l’impatto, negativo, dal punto di vista socio-economico. In assoluto non si può parlare di gioco d’azzardo in termini positivi ma è chiaro che è un fenomeno che esiste. Per quanto mi riguarda punterei l’attenzione sul razionalizzare l’attuale anarchia che drenando dalla tasche dei più disagiati milioni di euro per trasferirli in quelle dello Stato, che sta trascurando il danno sociale”.

In questo contesto, secondo Candiani, “se l’apertura di case da gioco corrispondesse a una riduzione proporzionale o addirittura drastica della diffusione delle macchinette nei bar, e che sono il vero danno sociale, si potrebbe considerare la questione. Il presupposto da cui parto è che è meglio una situazione controllata con un filtro serio, gestito come può avvenire all’interno di una casa da gioco autorizzata e definita, che non la diffusione indiscriminata che è stata attuata sinora”.

Lo strumento della delega può essere idoneo? “Sulle deleghe al governo sono molto critico, in quanto non si vede la loro portata fino a quando non vengono attuate e poi c’è il fenomeno della pressione di lobby sugli ambienti di governo. Quindi voglio prima vedere l’atto”.

E invece, che cosa ne pensa di un’unica società di gestione per le quattro case da gioco esistenti: “Bisogna vedere qual è la logica che è dietro a questa unificazione. Se si tratta di dividere i debiti è un conto, se si tratta di ottimizzare la gestione è tutt’altro. A volte purtroppo si diluiscono i disastri dei malfunzionamenti di alcune strutture approfittando della buona gestione di altre e non deve essere questo il caso. L’unica società di gestione deve consentire l’efficientamento, in questo caso ben venga, e non mettere tutti in un calderone. Ma tutto, ripeto, va declinato in un ambito di riduzione della diffusione di slot e di altri strumenti di gioco d’azzardo che creano un danno sociale certo. Preferisco case da gioco, meglio ancora se indirizzate a quei ricchi turisti che vengono in Italia dall’estero, a quel gioco che drena risorse da cittadini disperati”.

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