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Online, la grande occasione dei casinò terrestri

06 agosto 2022 - 06:03

Il gioco online continua la sua crescita e non solo in Italia, ma per i casinò terrestri non è ancora un business pienamente sfruttato.

Scritto da Mauro Natta

Prima di tutto intendo scusarmi, forse userò un modo inusuale di esprimermi; tra l’altro sono quasi tentato di non scrivere più delle mie idee in italiano in quanto non sono minimamente recepite o, forse, comprese.

Non sono solito proporre argomenti che non conosco o dei quali ho masticato poco, non è mai stato da me e ritengo non lo sarà da qui in avanti, ma di gioco online fatto anche dal vivo quale propedeutico a future eventuali presenze in loco, ne ho ampiamente scritto e letto.

Eppure non sono concetti difficili da comprendere, ci sono cifre che li hanno supportati in passato ed ancor più oggi. Un suggerimento può essere accolto se ha una logica che lo sostiene, un investimento non può essere preso in considerazione se non a seguito delle dovute indagini.

Riporto fedelmente alcune parti di articoli che ho letto, così come credo altri interessati al mercato dell’azzardo autorizzato.
“Lo Stato di New York sta perdendo circa 400 milioni di dollari di entrate fiscali dalla mancata legalizzazione di casino games online come la roulette e il blackjack”. Nel seguito i milioni vengono dettagliati in 428 ma non è questo il punto.

Ma abbandoniamo gli Stati Uniti per ritornare alle questioni nazionali. “A luglio 2022 la spesa su giochi di sorte a quota fissa e di carte in solitario, ossia dei casinò games, ….. è stata pari a 160.353.042 euro, una cifra che si ottiene sottraendo alla raccolta, 4.209.406.773 euro, quanro è stato restituito ai giocatori sotto forma di vincite, ossia 4.040.053.728 euro. …..Rispetto allo stesso mese del 2021, la crescita della spesa ètata del 24,3 percento”.

Ed ancora: “ …. per quanto riguarda i casinò terrestri,la loro offerta online ha una quota dello 0,41 per cento nel caso di Sanremo e dello 0,04 percento in quello di Venezia”.
Non posso, neppure lontanamente, pensare che l’investimento di cui sopra sia avvenuto per caso ma a ragion veduta, osservo solo che i ricavi mi sembrano pochini.

Riprendendo il discorso iniziale non è per nulla agevole comprendere come e per quali motivazioni l’idea di sviluppare da parte di tutte le case da gioco una attività che, senza dubbio alcuno, in un mese, il totale, si avvicina abbastanza a quanto le stesse incassano in un anno.

Mi permetto una domanda: mi pare non si utilizzi una possibilità, se sbaglio mi si dica, per favore, il perché.
In chiusura sono io che ho molte difficoltà a capire, a giustificare momentaneamente non se ne parla, un comportamento che non tiene conto del mercato e che potrebbe apportare benefici economici all’ente pubblico periferico.

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