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LeoVegas: 'Divieto pubblicità, mandato a legali di ricorrere a Cjeu'

03 luglio 2018 - 14:02

LeoVegas pone alcune domande al ministro Di Maio in merito alle misure suol gioco contenute nel decreto Dignità approvato dal consiglio dei ministri.

Scritto da Redazione
LeoVegas: 'Divieto pubblicità, mandato a legali di ricorrere a Cjeu'

Adesso che il testo definitivo del decreto Dignità è stato approvato, è chiaro che "il divieto assoluto di pubblicità su giochi e scommesse sia stato solo uno slogan populista che non servirà a risolvere il problema della ludopatia". Lo sostiene in una nota LeoVegas Gaming Italy, il cui managing director, Niklas Lindahl, torna a rivolgersi direttamente a Luigi Di Maio, stavolta sottoponendogli alcune domande e "confidando nella trasparenza che contraddistingue il lavoro del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali" e confermando di aver dato mandato ai legali della società di ricorrere alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, dando seguito a quanto aveva preannunciato nella sua recente lettera.
Ecco le domande che il managing director pone a Di Maio: "1. Ministro Di Maio, lei ha affermato che lo Stato italiano non guadagna nulla dalle entrate erariali provenienti dai giochi e scommesse (le ricordo che le entrate erariali sono state pari a 10,3 miliardi nel 2017), perché reinveste gli stessi soldi per curare la ludopatia. Può fornirci questi dati ufficiali? Può dirci quanto spende effettivamente lo Stato e quante sono le persone in cura per ludopatia? 2.Se la ludopatia o 'azzardopatia', come l’ha definita, è veramente un fenomeno così grave, perché non ha vietato il gioco d’azzardo invece di vietarne solo la pubblicità, e in forma molto parziale? E perché non dare precedenza ad altre dipendenze molto più impellenti, come sembrerebbero suggerire i dati Istat circa gli 8.265.000 di italiani con dipendenze da alcool? 3. Perchè dal decreto Dignità è stato escluso il comparto delle Lotterie differite? Eppure, nella spesa dei giocatori italiani, le Lotterie rappresentano la seconda voce del comparto giochi e scommesse e nel 2017 hanno fatturato ben 2,43 miliardi cui vanno sommati i 2,42 miliardi del Gioco del Lotto. Perché questo settore, così impattante sui conti degli italiani e con un’unica concessionaria in esclusiva, è stato salvato dal Decreto? 4.Nel Decreto è scritto che 'Ai contratti di pubblicità in corso di esecuzione alla data di entrata in vigore del presente decreto resta applicabile la normativa vigente anteriormente alla medesima data'. Lei sa dirci quanti contratti di pubblicità pluriennali verranno siglati prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di domani? Può veramente affermare che, grazie a questo Decreto, non ci sarà più pubblicità su giochi e scommesse nei prossimi anni, con contratti regolari? 5. Può spiegarci concretamente come farà ad evitare le pubblicità di società straniere senza vincoli e senza licenze regolari? E come verranno sanzionate, qualora si riuscissero ad identificare, visto che hanno spesso sedi all’estero, se non addirittura sedi fittizie?".
Un’ultima domanda "sarebbe sul perché non si è voluto confrontare con noi operatori del settore, secondo un approccio democratico, per trovare una soluzione reale al problema della ludopatia e della pubblicità invasiva con messaggi ingannevoli. Temo non risponderà, ma voglio porgliela ugualmente: perché non ha accettato il nostro invito?".

 

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