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Canesi: 'Casinò Campione autosufficiente per riapertura'

08 ottobre 2021 - 14:44

Il sindaco di Campione d'Italia Roberto Canesi fa il punto sulla riapertura del Casinò, sugli investimenti necessari e sulla recente nomina del Cda.

Scritto da Anna Maria Rengo
Canesi: 'Casinò Campione autosufficiente per riapertura'

Si stringono i tempi per la riapertura del Casinò Campione d'Italia, ma sono ancora tanti i nodi da sciogliere. A rispondere ad alcune tra le domande più ricorrenti che serpeggiano in queste settimane nella piccola exclave incastonata nel Ticino è il sindaco di Campione, Roberto Canesi.

Iniziando dagli aspetti squisitamente economici: quanti soldi servono per poter riaprire il Casinò?

“Non saranno necessari particolari investimenti, di rilevante ammontare”.

Qual è l'attuale disponibilità della società di gestione? Il Comune può e vuole intervenire?

“Il riavvio della Casa da gioco non porterà esporsi per il Comune. La Casa da gioco sarà autosufficiente con la sua disponibilità di cassa”.

Come contate di reperire fondi e che cosa potete offrire agli investitori? Per esempio, è possibile entrare nella compagine societaria del Casinò?

“No, questo la legge non lo consente. Potrebbero però esserci degli strumenti partecipativi,per cui magari non si diventa soci, ma si partecipa comunque ad alcuni risultati”.

Chi sarà in grado di garantire che il Casinò onorerà i debiti?

“Il concordato. I commisssari giudiziali controlleranno il rispetto del concordato, che fissa precise scadenze entro le quali determinati debiti devono essere pagati, in osservanza del piano finanziario del concordato stesso”.

Il 22 novembre i creditori sono convocati in tribunale sul concordato. Cosa vi aspettate in quella sede e come vi state muovendo in vista di quella data?

“Premettendo che quella data potrebbe slittare, noi ci aspettiamo che i creditori valutino che la soluzione della continuità aziendale è l'unica possibile per recuperare i loro crediti, mentre il fallimento non porterebbe a niente, come anche confermato dalla Banca popolare di Sondrio, che proprio sulla base di questa considerazione aveva impugnato la sentenza di fallimento”.

Come commenta la nomina del nuovo Cda e le figure scelte? Davvero si tratta di nomine decise di comune accordo con Mef e Viminale, come da qualcuno ipotizzato?

“Sono nomine di figure selezionate da noi, come amministrazione comunale, per dare garanzia di continuità aziendale e di credibilità di fronte a terzi. Sono figure di alto profilo professionale che daranno un contributo importante all'attività della Casa da gioco”.

È possibile che l'attuale consiglio di amministrazione a tre sia portato a cinque?

“È un'ipotesi che abbiamo e che potrebbe essere attuata entro o successivamente al riavvio, così da avere una maggiore compertura delle professionalità all'interno della Casa da gioco. Per ora il Cda ha un'impronta tecnico-giuridica, visto che c'è la contrattualistica da affrontare, al momento dell'avvio dell'azienda probabilmente potrebbero servire figure più operative per quanto riguarda l'aspetto specifico del gioco”.

Riuscirete dunque a riaprire entro l'anno?

“Questo è l'impegno che ci siamo presi anche davanti al tribunale, nell'udienza del 4 ottobre scorso”.

Cosa potrebbe andare storto, sperando ovviamente di no?

“La situazione è complessa, non si tratta certo di infilare una chiave e di riaprire, ma si devono organizzare tanti servizi. Ci sono dunque tanti aspetti che potrebbero andare storti, ma la società sta lavorando per metterli tutti a punto”.

 

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