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Ticino: 'Ok a proroga chiusura, ma aiutare i casinò'

12 gennaio 2021 - 10:06

Il Consiglio di Stato ticinese concorda con la proposta del Consiglio federale di prorogare le chiusure fino a fine febbraio, ma chiede aiuti mirati per le strutture del tempo libero.

Scritto da Anna Maria Rengo

Domani 13 gennaio la decisione finale, ma la strada verso l'ulteriore proroga fino a fine febbraio delle misure anti Covid-19 che, in Svizzera, sarebbero dovute durare fino al 22 gennaio, sembra spianata. Con esse, la chiusura dei casinò, una disposizione che li accomuna alla maggior parte delle strutture europee.

A prendere posizione sulla consultazione avviata dal Consiglio federale elvetico è il Consiglio di Stato del Ticino, che “condivide l’analisi delle autorità federali in merito all’attuale situazione epidemiologica a livello nazionale. A livello cantonale si riscontra nell’ultima settimana un’importante riduzione dei contagi (quasi del 19 percento) che si sta traducendo positivamente sul numero delle nuove ospedalizzazioni. Sarà comunque necessario monitorare la situazione nel corso dei prossimi giorni per avere un quadro complessivo del numero di ospedalizzazioni. La riduzione dei nuovi contagi potrebbe essere la conseguenza delle misure messe in vigore il 22 dicembre 2020 e del rallentamento delle attività lavorative durante il periodo natalizio”.

Alla luce di questi dati, il Consiglio di Stato “condivide la proroga fino al 28 febbraio delle misure sul piano nazionale, sostanzialmente già decisa dal Consiglio federale”. Tuttavia, il Governo ticinese sottolinea tuttavia l’esigenza di “presentare congiuntamente anche un programma di aiuti economici mirati, celeri e rafforzati ai settori colpiti dalle chiusure: si tratta in particolare degli esercizi della ristorazione, dei centri fitness, del settore della cultura e del tempo libero (categoria al cui interno, ai sensi dell'ordinanza federale sul Covid, sono considerati 'sale cinematografiche, musei e padiglioni espositivi, sale di lettura di biblioteche e archivi, case e sale da gioco, sale da concerto e teatri, nonché luoghi chiusi e aree esterne non liberamente accessibili di giardini botanici e zoo Ndr) obbligati a una chiusura di una settantina di giorni, pur dovendo continuare a pagare i costi fissi”.

Il Consiglio di Stato ribadisce inoltre che “qualora dovessero essere necessarie nuove misure di chiusura, come ad esempio di negozi e attività commerciali, queste dovranno essere accompagnate da aiuti mirati e celeri” e segnala inoltre il tema del “turismo degli acquisti, invitando le autorità federali a verificare l’allineamento delle disposizioni fra i Cantoni e a monitorare con attenzione le regole in vigore oltre i confini nazionali”.

I CONTROLLI ALLA FRONTIERA CON L'ITALIA - Infine, il Governo ticinese, “considerata la particolare situazione territoriale”, ha chiesto nuovamente “l’introduzione di maggiori controlli alla frontiera tra Italia e Svizzera e l’opportunità di dichiarare lo stato di situazione straordinaria che permetterebbe di avere una gestione unitaria su tutto il territorio nazionale e una maggior tempestività nelle decisioni e negli interventi”.

 

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