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Sui casinò inglesi lo spettro di un nuovo lockdown

12 ottobre 2020 - 10:46

Il premier britannico Johnson annuncia nuove e severe misure restrittive per fronteggiare il Covid in Inghilterra, gli scenari per i casinò terrestri.

Scritto da Anna Maria Rengo

Attesa, con aspettative ovviamente pessimistiche, per il discorso che il premier britannico Boris Johnson pronuncerà nel tardo pomeriggio di oggi, lunedì 12 ottobre, annunciando nuove e severe misure per limitare i contagi da coronavirus in Inghilterra (la competenza in materia sanitaria, nel Regno Unito, non è centralizzata, dunque Galles, Scozia e Irlanda del Nord decidono per Costituzione autonomamente).

Anche se pare escluso un nuovo lockdown nazionale (come era avvenuto a marzo, e con progressive riaperture) e mentre si conferma l'orientamento di misure "diversificate" per regioni, a seconda della gravità della situazione locale, è certo che esse andranno a impattare anche sui casinò, così come del resto accadrà anche in Italia, se il premier Giuseppe Conte procederà lungo la strada di chiudere anticipatamente, tramite l'atteso Dpcm, tutti i locali alle ore 24.

Tra le misure già anticipate dalla stampa locale, c'è la chiusura, nella regione inglese di Liveropool, di pub, bar, palestre, betting shop e casinò: un provvedimento che, a seconda dei dati epidemiologici, potrebbe essere esteso ad altre città inglesi e durare persino sei mesi.
Insomma: un duro colpo sui casinò inglesi, già da diversi giorni sottoposti all'obbligo di chiudere alle ore 22, tenendo presente l'effetto domino e la più che concreta possibilità che anche Galles e Irlanda del Nord decidano di chiudere le strutture.

Ma quali potrebbero essere le conseguenze per i casinò terrestri e i betting shop, nel medio periodo, della pandemia e delle scelte che nel Regno Unito si stanno facendo per combatterla?

"Ci sono due linee possibili: i casinò che si rivolgono a un pubblico generalista sono quelli che soffriranno di più - analizza Michael Haile, esperto di politiche sociali ed economiche sul gioco - mentre quelli che puntano a una clientela più alta, offrendo servizi privati e personalizzati, e che hanno un margine più alto, avranno maggiori possibilità. Solo alcuni casinò riusciranno a sopravvivere se non arriveranno soldi dal pubblico, un'eventualità che sta diventando sempre più difficile anche perché l'Inghilterra si sta indebitando molto".

Situazione di precarietà anche per quanto riguarda i betting shop, "che già stavano soffrendo molto a causa della riduzione della puntata massima, da 100 a 2 sterline, sulle Fobt".

Secondo Haile "i casinò che hanno un cashflow enorme possono subire perdite per anni, restando in vita, ma è difficile che questa sia la situazione dei casinò indipendenti. La pandemia sarà dunque sopportata meglio dai casinò corporativi, che hanno un cashflow ampio e che magari hanno già iniziato a diversificare le proprie attività, in altri prodotti o in altri Paesi. Essi potranno inoltre, come tutte le grandi catene di ristoranti o alberghiere, tagliare i costi più facilmente".

Ma quanto tempo ci vorrà per tornare alla "normalità", per chi sopravviverà, dunque ai livelli del 2019?

"Sperando in un vaccino, si stima che le compagnie aeree ci metteranno da tre a quattro anni. Per quanto riguarda i casinò, questo dipende da come adegueranno l'offerta. Uno scenario possibile è che inizino a crescere i casino boutique, che dispongono di un'offerta privata dove non ci si deve mescolare con migliaia di persone e che hanno un margine ampio. Ma questo presuppone che ci sia una clientela di alto profilo, alla quale offrire servizi, anche di ristorazione, di alta qualità".

Un elemento di diversificazione dell'attività da non trascurare è nell'online: "I casinò che hanno già iniziato a spostare la propria attività online potranno forse sopravvivere, ma internet è un ambiente così competitivo solo chi ha un database enorme può usarlo per aiutare le attività terrestri. Ma che ci sarà una drastica riduzione dell'attività è indubbio. La cosa più interessante da capire è quanto ci si metterà a riprendersi, e che cosa offrirà chi sopravvive. Senza dubbio il mercato sarà incredibilmente diverso e si dovrà cambiare il business model, tenendo presente anche della mutata concezione della socialità", conclude l'economista.

 

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