Giocare nei casinò sì, ma moderare le altre spese. Accade a Macao, almeno secondo quanto si evice dall'ultimo resport dell'Ufficio di statistiche e censimento dell'ex colonia portoghese, oggi speciale regione amministrativa della Cina e unica dove è consentito il gioco d'azzardo.
I dati resi noti mostrano che nel secondo trimestre dell'anno la spesa nel segmento non legato al gioco è calata del 4,8 percento, toccando "appena" quota 1,94 miliardi di dollari.
Scendendo nel dettaglio dei dati, bere non è il momento clou dei viaggi dei visitatori a Macao. Della spesa totale aggregata, solo il 20,8 percento è andato alle bevande, mentre il 26,3 percento è stato destinato al cibo. Il grande vincitore è lo shopping, che ha rappresentato il 44,8 percento di tutto il denaro turistico rimasto in città.
Il calo è reso più pronunciato dalla rivelazione che il secondo trimestre ha visto un aumento delle visite del 20 percento, con 9,93 milioni di visitatori che sono arrivati in città. Più traffico dovrebbe significare più spese, ma non nel caso di Macao. Dall'inizio dell'anno la città ha visto un aumento aggregato delle visite del 20,6 percento rispetto ai primi sei mesi del 2018. 20,28 milioni di persone si sono dirette a Macao, con un 70,6 percento proveniente dalla Cina continentale.
Nonostante tale percentuale schiacciante, i continentali hanno lasciato dietro di sé la minima quantità di denaro. La spesa pro capite è diminuita del 24,1 percento a 222,26 dollari, mentre i cittadini di Singapore hanno lasciato il 5,8 percento in più rispetto allo scorso anno e leggermente più di quanto non abbiano fatto i continentalii. In media, hanno speso 223,12 dollari, con i visitatori sudcoreani che hanno speso il 16,7 percento in più rispetto allo scorso anno per un importo pro capite di 203,94 dollari.