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Benvenuti nel Nuovo Mondo!

07 novembre 2020 - 09:05

Il difficile viaggio degli operatori di gioco e casinò, alle prese con la seconda ondata di Covid-19 e con nuovi, pesanti restrizioni.

Scritto da Gianfranco Scordato

All’alba di una nuova spedizione, dove sembra ormai certo che poco o nulla abbiamo ancora appreso dai nostri errori, questa seconda ondata (ripresa “Covid-19”) ci spingerà ben più lontano, verso i confini di un ignoto destino dove però finalmente, avvisteremo “terra” all’orizzonte e questa volta sì, sarà nuovo mondo.
Tutti sapevano... ma in realtà, nessuno se ne era veramente pre-occupato. E così, ancora una volta, ci toccherà nuovamente ripartire, con le nostre “Caravelle” (la conoscenza/l’esperienza/l’artifex), alla ricerca di nuovi spazi da conquistare e di nuove fortune da riportare in patria.

Con sapiente discernimento, avevamo stipato tutto il necessario per sopravvivere alle inevitabili intemperie che avremmo certamente incontrato attraversando nuovi mari tenebrosi e sconosciuti. Per poi arrenderci... e renderci conto che tutto ciò di cui eravamo provvisti non si sarebbe infine rivelato così necessario, se non addirituttura di utilità alcuna.

L’equipaggio è stremato dagli stenti e dalla fame... e il comando, fortemente questionato su una leadership e una guida che non li aveva portati da nessuna parte.
Per mesi, avevamo navigato alla deriva, in balia delle onde, quando finalmente, ecco il nuovo mondo, pronto ad accoglierci e insegnarci cosa e quali sarebbero stati i “nuovi tesori” che ci prospetteranno un futuro migliore. Certo, molte perdite sul campo, molte vittime e tanta sofferenza nell’adattarsi a questo nuovo mondo, estraneo ai più... ma la resilienza (insieme alla lungimiranza) si sa, è la vera forza ed il giusto terreno dove coltivare il successo.

Le nuove scoperte (in linguaggio odierno: disruptive tecnologies) hanno già totalmente stravolto il modo di vedere, capire e fare le cose. Le ricadute più evidenti e devastanti di questo cambiamento potranno solamente essere mitigate dalla nostra volontà e capacità nel saper e voler riconoscere (ed accettare) questo periodo di transizione e favorirne l’“umanizzazione” del processo stesso di assimilizzazione.

Di fronte all’ignoto, non ci si meraviglia affatto che “negazionismo” e “riduzionismo” vengano riscontrati tra gli attegiamenti più comuni. Sostenitori Vs detrattori, alimentano sfiducia reciproca e si affrontano in una battaglia cui ricadute inversamente proporzionali (che rafforzano uno a discapito dell’altro), rischiano di mandare in corto-circuito il sistema e possibilmente, ottenere il peggio del peggio: ovvero, una perdita di controllo e danni strutturali sui due fronti. Ma il vero problema rimane legato alle scelte e alle soluzioni “terrapiatiste” che le varie forze “rappresentative”, voci di interessi privati di settore, continuano imperterrite ad attuare ed alimentare, esattamente come se nulla avesse mai interrrotto quel loro cammino, in verità già accidentato da tempo (immaginando peraltro, che sia il contesto ad adattarsi a loro e non il contrario).

Eppure secoli fa, ci fu chi indicò “il viaggio verso occidente” come miglior opzione per raggiungere l’estremo opposto (oriente)... ovvero, che era giunto il momento di fare le cose diversamente, anche al contrario se fosse stato opportuno o necessario e partendo da premesse diametralmente opposte rispetto l’ordinario e il socialmente convenuto.

Quello che ci aspetta – alle porte del nuovo mondo – non sarà dunque la capacità di arginare l’onda d’urto o affrontare al meglio un periodo di avversità per poi ritornare a fare ciò che si faceva prima... ma riuscire a riconvertirsi in qualcosa di più appropriato, di significativamente più interessante, di più aderente alla nuova realtà (non quella che verrà, ma quella che è già presente).

Per gli avventurieri sbarcati in un porto orfano di futuro, la prospettiva di un prossimo imbarco - a breve - sembra ormai una chimera. Per quanto enormi possano essere, non vi saranno più navi sufficientemente grandi per accogliere tutti i marinai che si accalcano sulle banchine di un porto, pieno solo di gabbiani che si alzano in volo per girare attorno allo stesso punto, per poi ritornare a fermarsi sempre sulla stessa roccia. Quelle (navi) che invece ancora lasciano il porto, anch’esse come i gabbiani, non sanno più dove andare (e perchè andare), non sanno più dove approdare. Il loro, non è un viaggio verso l’ignoto... niente avventura e niente scoperte.

Il loro, è solo un “andare” per non restare. Fin quando qualcuno, capirà che non necessariamente il porto serviva per aspettare una nave (che forse non passerà) o che forse, una nuova nave per ripartire poteva proprio costruirsela lì, a ridosso delle vecchie e consumate banchine del porto.
Intanto, proveremo nuovamente a barattare i nostri pezzi di vetro e specchi lucenti per pietre preziose, e una volta abbandonato il pesante fardello potratoci dietro, riapartiremo con le tre caravelle cariche di altri tesori, in rotta verso il nostro futuro prossimo.

Questi i nuovi tesori (fattori di successo) di cui appropriarsi (direi vitali - in fase di “re-organization” aziendale e nel “re-skilling” dell’equipaggio):

1) (complex) Problem Solving: le aziende - come sistema – supportati da nuove tecnologie, incalzate da una sempre più agguerrita competizione e una cresente complessità nell’operare, hanno bisogno di poter dar risposta ad una grande quantità di decisioni (informed decisions, quindi di qualità) rispondendo efficientemente ed efficacemente alle richieste di un “problem solving” immediato, decentralizzato e quindi gestito da tutti i collaboratori in prima linea. Da qui l’assoluta necessità di pianificare ed implementare un programma di formazione continua e caricarlo di forti dosi di “Empowerment” – da parte di una leadership che saprà e dovrà sempre più fungere da coach e meno da controllore. Anticipare, prevenire e reagire velocemente alle richieste del mercato e della clientela (meglio iniziare già ad eliminare questo termine e sostituirlo con “utenza”- users) sarà non solo un vantaggio competitivo ma ormai già un essenziale strumento di sopravvivenza;

2) Implementazione, Uso e Sviluppo della tecnologia: c’è chi la teme, c’è chi la usa, c’è chi la subisce. Oggigiorno, avere accesso alla tecnologia non è complicato, l'accesso è aperto a qualsiasi individuo o azienda che voglia utilizzarla e la cosa più interessante è che sono disponibili una grande quantità di servizi offerti a basso costo se non addirittura gratuitamente. La tecnologia aiuta le aziende a stabilire relazioni più immediate e dirette con i propri clienti e fornitori, ad aumentare i ricavi, a migliorare i processi svolti, a creare nuove strategie per lo sviluppo. Ma all’impellente necessità di dotarsi di tali supporti investendo in tecnologia, deve seguire una vera è propria cultura dello sviluppo e dell’implementazione sistematica di queste nuove potenzialità acquisite, in riferimento a tutti i processi aziendali. Bisognerà quindi non solo impegnare parti più o meno significative dei budget di spesa ma anche aggiungere risorse temporali a supporto della formazione del personale e alla verifica sistematica che l’effettiva fruizione dei benefici apportati da queste nuove tecnologie e dai nuovi sistemi di gestione, avvenga realmente;

3) Self Management e Collaborazione; un’organizzazione gerarchicamente sempre meno piramidale e sempre più lineare, insieme ad una visione di un mondo lavorativo in cui i collaboratori gestiscono con maturità ed in piena autonomia i loro incarichi, doveva già essere un tema di assoluta attualità (già da qualche anno...) ma dove non è arrivato il management e la leadership aziendale, è arrivato il nostro caro “Exec. Dir. Covid-19” che bruciando velocemente tempi di adattamento tecnologico e personale/individuale, ci ha letteralmente scaraventato verso il futuro del lavoro. Tele(smart)working in postazione remota, webinars, video Conferenze e Virtual Expos, sono oggi concetti di piena attualità e non certo alluciate visioni di pertinenza a visionari di un lontano futuro. Bene! Dovremo però imparare a mantenere focalizzata ed energizzata, una forza lavoro separata e remota, se vogliamo promuovere le loro prestazioni come anche il loro benessere. Controintuitivamente, di fronte a questa virtualità, la parte umana e le abilità socio-emotive non sono mai state così importanti...

4) Ci sarà il bisogno di sviluppare quindi anche una “Intelligenza Relazionale” supportata dall’apprendimento centrato sulle persone, sul loro modo di vedere e interpretare il mondo. Diventare più umani implica mostrare noi stessi e ammettere che non abbiamo tutto sotto controllo, che abbiamo giorni migliori e giorni peggiori, che siamo tutti stressati ma non necessariamente dalle stesse cose. Implica la conoscenza di sé per identificare i nostri punti di forza e punti di debolezza - che tutti abbiamo - e per capire e rispettare gli altri con le loro differenze.


Son finite le conquiste affrontate con il dispiegamento di forze.. oggi vince chi arriva prima!

L'AUTORE - Gianfranco Scordato è gaming executive e managing partner di CasinoMarketWatch, una boutique firm con base a Malta, specializzata in ricerca, espansione e sviluppo prodotto/business; business evaluation (due diligence); M&A. Nei giorni scorsi, è stato nominato board advisor e head of business relationship management (Brm) della società SiGma.

 

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