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Casinò, verso il ritorno alla normalità?

21 febbraio 2022 - 16:29

L'Italia si avvia con prudenza verso il superamento delle restrizioni anti Covid, casinò tra sfide e attese.

L'ondata di Omicron si sta attenuando e se altri paesi hanno deciso già da subito di porre fine alle restrizioni, la più prudente e severa Italia ha deciso di procedere lungo la strada di un attenuamento progressivo, ma che è già stata imboccata.

Si tratta di un ritorno alla normalità lungamente atteso, per il quale ha recitato un ruolo fondamentale anche la massiccia campagna vaccinale condotta pure attraverso limitazioni imposte ai no vax, e che finirà per beneficiare ovviamente tutti, gioco compreso, con il possibile venire meno dell'obbligo di green pass rafforzato per accedere alle sale e anche del distanziamento sociale che ancora vige nelle stesse.

Ma come sarà questa "normalità"? Sarà un ritorno a quella "vecchia", o una nuova "normalità"? Questo è l'interrogativo che si pongono i casinò tricolori, alle prese ciascuno con le proprie vicende, ma accomunati dall'interrogativo se la pandemia e tutti i suoi mille limiti hanno cambiato per sempre le abitudini dei giocatori o, viceversa, hanno messo loro ancora più voglia di andare a giocare nelle location fisiche.

L'esempio degli Stati Uniti dovrebbe essere motivo di ottimismo, visto che nel 2021 i casinò commerciali, dunque non gestiti dalla tribù dei nativi americani, hanno toccato il record di sempre in termini di incassi. C'è sicuramente da dire che il paragone non è del tutto calzante, in quanto quella degli Stati Uniti è una realtà ben diversa da quella italiana, con il suo gioco pubblico diffuso e l'impossibilità geografica dei pochi casinò esistenti di fare distretto e di rappresentare uno zoccolo duro e ampio dell'offerta turistica del territorio.

C'è anche da aggiungere la progressiva legalizzazione del gioco online e delle scommesse sportive negli States, per di più appannaggio dei casinò fisici, e che dunque hanno accresciuto la loro attrattività. Tuttavia, mettendo da parte queste importanti variabili, resta la propensione all'intrattenimento e al gioco fisico, una componente ludica che il venire meno delle preoccupazioni in termini sanitari si accrescerà, almeno nel medio periodo, prima di fare posto anche ad altre considerazioni.
La pandemia ha comunque insegnato, a chi ha voluto imparare, molte importanti lezioni. A un uso obbligatorio e intelligente dell'online anche per lo svolgimento di eventi che un tempo si tenevano esclusivamente sul canale fisico, non ultimo il lavoro; il valore della socialità, che non può essere soddisfatta soltanto in un alveo online; l'importanza di un'accurata programmazione delle spese per cercare di fare quadrare i bilanci; la massima attenzione alle variabili, con l'avvenuta presa di coscienza che l'impossibile, tanto per dire una pandemia, può anche essere possibile.

I casinò italiani hanno tutto sommato superato, anche se non a pieni voti, le prime prove della pandemia, riuscendo a garantire la continuità aziendale e occupazionale, grazie ovviamente anche ai contributi statali e al massiccio sostegno delle loro proprietà. E in questo arco di tempo hanno maturato decisioni, non motivate esclusivamente dalla pandemia, sulla cui bontà ci si sta ancora interrogando, come la decisione di ridurre l'attività di Ca' Vendramin Calergi a Venezia, o soprattutto quella di limitare l'offerta della roulette francese a soli tre giorni alla settimana a Sanremo. Al di là, appunto, dei risultati che queste decisioni produrranno, l'innovazione, il cambiamento sono ormai degli elementi essenziali anche nel fare business di azienda come i casinò, non particolarmente propensi verso l'innovazione e il cambiamento.
Pandemia insegna.

 

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