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Casinò, il conto del green pass

06 settembre 2021 - 15:00

Nonostante i casinò fossero pronti e attrezzati per l'obbligo green pass, qualche effetto negativo si è fatto sentire.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò, il conto del green pass

I conti si fanno alla fine, e oggi 6 settembre siamo soltanto a un mese esatto dall'introduzione dell'obbligo di green pass per accedere (anche) nei casinò, che sarà valido almeno sino a fine anno. Tuttavia, anche se i casinò hanno accolto di buon grado la disposizione contenuta nel decreto legge di luglio il cui disegno di conversione in legge è approdato proprio oggi all'esame dell'aula di Montecitorio, se i clienti sono abituati a sentirsi chiedere i documenti al momento di accedervi, qualche effetto negativo si è riscontrato. Soprattutto in termini di ingressi, che sono calati, ma anche di incassi, almeno a giudicare i dati nudi e crudi, visto che sia Sanremo che Saint Vincent hanno registrato un calo ad agosto, dopo l'ottima performance di luglio. Quanto a Venezia, non sono ancora disponibili i dati di agosto.

Sicuramente l'italiano "medio", almeno in condizioni normali, è abbastanza uno spirito libero, e non ama dunque troppo le regole e i condizionamenti alla sua libertà. Certamente, da marzo dello scorso anno, non viviamo in una condizione di normalità, e dunque i parametri di giudizio di ciascuno sono cambiati, e ci siamo tutti, chi più chi meno, abituati a nuovi obblighi, più o meno vincolanti, dalle restrizioni ai movimenti all'utilizzo della mascherina.

Certamente, c'è chi non si è abituato per niente, e che anzi rivendica il suo diritto a non vaccinarsi, criticando fortemente le limitazioni imposte alle persone che non lo sono e che magari non hanno neanche il green pass, ottenibile, c'è da ricordare, non solo dopo l'avvenuta vaccinazione, ma anche dopo un tampone o dopo l'avvenuta guarigione dal Covid. Ora non è possibile dire quanti siano i no-vax convinti che magari sono anche grandi appassionati della roulette o della slot machines.

Sicuramente, però, questa ulteriore incombenza, ossia quella di far visionare il proprio green pass cartaceo o il Qr memorizzato sul cellulare, scoraggia coloro che magari farebbero una capatina in un casinò così per curiosità e turismo, senza magari avere una grossa passione per il gioco, e che dunque, almeno ad agosto, hanno preferito altri svaghi, magari all'aria aperta e senza obbligo di sorta, mascherina compresa.

Certamente, con l'arrivo dell'autunno, si tornerà a preferire attività anche al chiuso, e trovare procedure snelle e celeri all'ingresso delle sale sarà un valido antidoto alla disaffezione che potrebbe derivare da procedure lunghe e ingolfate. Poi, ovviamente, il tutto dipenderà, oltre che dall'evolversi della situazione sanitaria, anche dal dibattito politico sul green pass e sulla possibilità di estenderlo anche ad altre categorie e situazioni, oppure addirittura di rendere la vaccinazione obbligaria. Resta il fatto che il mondo dei casinò, ma questo vale anche per il gioco pubblico (come dimostrato anche dall'analisi fatta quest'oggi sul nostro sito gemello), è quanto mai sensibile a qualsiasi variabile possa influenzare il suo business, tanto più che esso si fonda sul "dilettevole", sul "non necessario", e dunque più di altri è "ballerino". E il green pass, che pure era stato accolto dagli operatori dei casinò come una alternativa assai più accettabile di nuove chiusure (e resta tuttora tale), sta presentando un conto che si sperava non sarebbe stato neanche scritto.

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