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Casinò, la gialla Italia promette la riapertura a giugno

26 aprile 2021 - 16:08

Nella giornata di prime riaperture delle attività in Italia, qualche segno di ottimismo arriva anche per casinò e giochi.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò, la gialla Italia promette la riapertura a giugno

Che bello sostituire il tristissimo editoriale della scorsa settimana, titolato "I primi saranno gli ultimi", con questo nuovo.

Proprio nella giornata nella quale buona parte dell'Italia diventa gialla, e le piazze si riempono di tavolini dove consumare un caffè, un pranzo o una cena, basta che sia veloce, arriva infatti la notizia che la strada per la riapertura del settore del gioco sembra ormai spianata, e che il ministero dell'Economia e delle Finanze ha trasmesso al ministero della Salute e al Comitato tecnico scientifico la richiesta per riaprirlo, con una data stimata da fine maggio a inizio giugno, e il giorno 2, festa della Repubblica, come il più papabile.

La notizia è arrivata da più fronti e sicuramente fa tirare un sospiro di sollievo ai casinò, la cui mancata citazione nell'ultimo decreto legge era oggettiva fonte di ulteriore preoccupazione, essendo già ora, assieme alle loro proprietà e lavoratori, allo stremo economico.

E certamente, si spera che per allora sia stato ritoccato anche il coprifuoco, come in verità si chiede da più parti, anche all'interno della compagine governativa. Le 22 attuali non sono assolutamente un orario adeguato per il business dei casinò, anche se è vero che le persone modificano le proprie abitudini, come mostrano ad esempio le piazze e le vie d'Italia affollatissime di pomeriggio, anche perchè in questo periodo non si può uscire di sera.

Quello che si spera è che il bel giallo che colora oggi l'Italia non volga di nuovo a un colore più aranciato, o addirittura rosso: i casinò non possono più aspettare oltre e già giugno è tardissimo, con un calo di incassi propri e di introiti per le proprietà che sta già avendo pesanti ripercussioni.

Ma certamente, fa piacere leggere finalmente che la politica si è resa conto che bisogna dare una risposta anche a un settore, legale, che dà lavoro a migliaia di famiglie e che non si può lasciare nel limbo, oltretutto quando ha dimostrato di avere dei protocolli sanitari efficienti, ma che tutti sono disposti a rafforzare ulteriormente.

 

 

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