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Covid-19, l'esempio di San Marino

12 aprile 2021 - 15:17

San Marino si avvia al ritorno alla normalità, grazie anche alla rapidità della campagna vaccinale.

Scritto da Anna Maria Rengo
Covid-19, l'esempio di San Marino

Da oggi, lunedì 12 aprile, la scuola riparte con didattica in presenza per tutti gli alunni, e bar e ristoranti (sempre da oggi) possono tornare a lavorare di sera. Per questi primi giorni l'orario di chiusura sono le 21,30, ma dal 19 aprile sarà posticipato alle 23, e non ci saranno più limitazioni dal 26 in poi, giornata nella quale riapriranno anche cinema e musei. Per palestre e piscine, invece, la data di riapertura è il 19 aprile e c'è chi pensa e spera che dal primo maggio sarà tutto aperto, casinò e giochi compresi.

Che bello! "Peccato" che stiamo parlando di San Marino, e non del nostro Paese. La Repubblica del Titano si sta infatti avviando a un rapido ritorno alla normalità, grazie soprattutto a una massiccia campagna di vaccinazione, utilizzando il russo Sputnik, che ha ridotto drasticamente i contagi e che si conta di ultimare nel giro di poche settimane. Con beneficio di tutti, comprese le attività di gioco, anch'esse duramente colpite dal prolungato lockdown e che comunque dovranno fare i conti con le limitazioni che eventualmente saranno poste agli spostamenti tra Italia e San Marino e viceversa, e con l'eventuale permanenza del coprifuoco qui da noi.

Molti hanno visto il "caso" San Marino come un "non caso", ritenendo che è facile vaccinare tutti quando si è in pochi. Ma è anche vero che le capacità e possibilità dipendono anche dalla grandezza del Paese e che dunque conta il peso percentuale dei vaccinati sul numero totale dei residenti. E su questo, non solo e la vicinissima Repubblica del Titano, ma anche il Regno Unito (dove proprio oggi riaprono tante location di gioco) e anche gli Stati Uniti, hanno molto da insegnarci.

In questi mesi tanto si è parlato sul motivo principale per lasciare chiuso il gioco e, anche se nessuno l'ha detto proprio chiaramente, è a tutti evidente che in Italia si è deciso di chiuderlo per primo e riaprirlo per ultimo non tanto perché pericoloso dal punto di vista sanitario, ma perchè ritenuto non essenziale, e neanche attività particolarmente lodevole.

Altri Paesi, Stati Uniti in primis, hanno riflettuto e agito in maniera del tutto differente, ma c'è anche da dire che la linea di pensiero dei governanti italiani è stata abbastanza in linea con quella europea. E dunque, al gioco non è restato che sperare (oltre che naturalmente nei ristori e poi nei sostegni) nella campagna vaccinale, così da abbassare drasticamente tutti gli indicatori e così che il legislatore sia indotto a riaprire: tutto, tanto si è capito che il gioco arriverà per ultimo o quasi, anche se questo sta creando un buco enorme nei conti dello Stato, sta ingrassando il business della criminalità e sta lasciando i giocatori esposti e disorientati.

Vogliamo sperare che, dove economia, ragionevolezza e legalità non sono arrivati, arriverà il vaccino. E che resti la prima priorità da perseguire, se è, come ormai pare essere considerato, la prima e unica strada per tornare alla normalità.

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