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Casinò, la sempre più difficile ripresa

17 agosto 2020 - 14:12

L'aumento dei contagi da Covid-19 preoccupa l'Italia intera, e i casinò non fanno eccezione.

Scritto da Amr

L'emergenza coronavirus è tutt'altro che passata, anche in Italia, e il governo corre ai ripari, sospendendo, almeno fino al 7 settembre, tutte "le attività del ballo che abbiano luogo in discoteche, sale da ballo e locali assimilati destinati all’intrattenimento o che si svolgono in lidi, stabilimenti balneari, spiagge attrezzate, spiagge libere, spazi comuni delle strutture ricettive o in altri luoghi aperti al pubblico" e rendendo obbligatorio l'uso delle mascherine dalle 18 alle 6, anche all'aperto, nei luoghi pubblici.

Si tratta di misure che per il momento interessano solo di striscio i casinò, ma che la dicono lunga sullo stato di allerta che c'è ormai in tutto il Paese, questo mentre il decreto Agosto, che prevede un altro corposo pacchetto di aiuti a favore di famiglie e imprese, viene trasmesso in Senato per avviare il suo iter di conversione in legge.
C'è da sperare, e soprattutto da agire responsabilmente tutti affinché ciò avvenga, che il trend crescente dei contagi si arresti, e che non si rendano necessarie ulteriori misure restrittive, che finirebbero con ogni probabilità a incidere soprattutto sulle attività economiche e commerciali da un lato meno "indispensabili" e dall'altro "più a rischio", in quanto maggiormente legate alla società e al contatto interpersonale. Come i casinò, tanto per non fare nomi. Strutture che già hanno dovuto porre in essere numerose e costose misure per prevenire e contrastare il diffondersi del virus, scontrandosi inoltre con un contesto economico, ma anche psicologico, che ben poco dispone, almeno nel medio periodo, al gioco. E sicuramente i nuvoloni che si vedono all'orizzonte non favoriscono per niente una ventata di ottimismo verso il futuro che predisponga anche ad attività al chiuso e ludiche come è appunto il gioco.

Una crisi senza precedenti, restando nell'ambito esclusivo dei casinò (ma analoga considerazione vale un po' per tutti i settori) e che si sperava sarebbe stata, per quanto grave, transitoria. Invece, i tempi per scrivere la parola "fine" alla vicenda pandemia sembrano allungarsi e farsi incerti, in uno scenario internazionale che resta anch'esso per nulla incoraggiante: proprietà, aziende e sindacati sono chiamati a prenderne atto, facendo sacrifici senza preedenti ed effettuando riorganizzazioni del lavoro che potrebbero essere più strutturali dello sperato e che certamente vanno sul fronte di garantire innanzitutto la sicurezza sanitaria, poi il mantenimento dei posti di lavoro.

 

 

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