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Casinò, ognuno per conto suo (parte seconda)

01 giugno 2020 - 10:28

I casinò italiani incontrano i sindacati per parlare di riapertura, ma sembrano divisi al loro interno.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò, ognuno per conto suo (parte seconda)

Mercoledì 3 giugno incontro in videoconferenza tra i vertici di Federgioco e le organizzazioni sindacali, per parlare del protocollo sulla sicurezza sanitaria che è necessario per poter riaprire. Tuttavia, nonostante l'incontro collettivo, fortemente e ripetutamente sollecitato dallle Ooss, sembra, come in verità avevamo scritto anche nell'editoriale della scorsa settimana, che le Case da gioco abbiano deciso di procedere in maniera non troppo unitaria, con un "asse" veneziano-sanremese al quale, almeno non in apparenza, non sembra appartenere la Regione Valle d'Aosta.

Se nei giorni scorsi, infatti, i sindaci di Sanremo Alberto Biancheri e quello di Venezia Luigi Brugnaro hanno scritto al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, invitandola a intervenire affinché si possano riaprire in sicurezza le strutture, chiuse (come tutte le location di gioco) ormai dall'8 marzo scorso, è stato poi il governatore del Veneto, Luca Zaia, a rendere noto di essersi confrontato con il collega ligure Giovanni Toti sulla questione, oltre a dare la (buona) notizia che le linee guida per poter riaprire sono in pratica pronte.

E la Valle d'Aosta? Come mai Zaia e Toti non hanno consultato (sempre che non l'abbiano fatto) il governatore Renzo Testolin? C'è da dire che i tre casinò sono solo all'apparenza uguali: se quelli di Sanremo e di Venezia sono di proprietà dei Comuni, quello di Saint Vincent è regionale, con una residuale partecipazione azionaria alla società di gestione pure da parte del Comune di Saint Vincent.

Ciò detto, restano gli interrogativi su questa diversità di vedute, anche per quanto riguarda la "pressione" che i casinò, le loro società e soprattutto le loro proprietà hanno voluto fare nei confronti del governo centrale, dopo aver abbandonato l'idea di fare una "forzatura" e dunque di riaprire in virtà di atti regionali che derogassero al "semplice" Dpcm con cui Giuseppe Conte ha sospeso l'attività di sale gioco, bingo e scommesse almeno fino al 14 giugno.

Sarà dunque interessante sapere che cosa uscirà dalla riunione del 3 giugno, certo non escludendo qualche colpo di scena, frutto della "moral suasion" che il fronte veneto-ligure ha fatto nei confronti del governo, a partire appunto dal ministero che ha più diretta competenza in materia di casinò, vale a dire quello dell'Interno.

 

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