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Casinò, non si riapre il 3 aprile

30 marzo 2020 - 10:39

Come previsto, il Governo sta pensando di prorogare le misure di chiusura dei casinò.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò, non si riapre il 3 aprile

Gli esperti si dividono su "quando" sarà raggiunto il picco dei contagi. Ma di certo, da qui al 3 aprile l'emergenza sarà tutt'altro che passata. E il premier Giuseppe Conte sta inevitabilmente mettendo a punto le disposizioni con cui, attraverso un altro Dpcm, prorogherà la chiusura dei casinò (non certo solo di questi) che aveva disposto lo scorso 8 marzo, con l'obiettivo, purtroppo rilevatosi largamente ottimistico, di poter riaprire dal 3 aprile.

Secondo quanto emerge, e può non piacere ma è largamente comprensibile, le location di gioco non avranno la priorità nella riapertura: non tanto per la tipologia di attività che si viene svolta, ma perché sono luoghi di "ritrovo" per eccellenza, nelle quali è più difficile mantenere le misure di distanza sociale, indispensabili per impedire il contagio da persona a persona. Si pensa dunque a riaperture scaglionate, con tempistiche e misure che saranno concertate innanzitutto con gli esperti. E intanto, in questi giorni l'ufficializzazione, le proroga dell'attuale lockdown almeno fino al 18 aprile.
Ovviamente questo è un colpo durissimo per i casinò e per i loro dipendenti, anche se si potrà usufruire degli ammortizzatori sociali previsti cone il decreto Cura Italia, con conseguenze che saranno tanto pensanti quanto di lunga durata.

Quando si tornerà alla normalità? C'è addirittura chi pensa che si dovrà scavallare questo tremendo 2020, e che comunque la parola "normalità", d'ora in poi, dovrà avere un'altra accezione. Perché niente tornerà come prima.
Sicuramente, restando in un ambito squisitamente business, ci sono attività che pagheranno un conto più alto. Il turismo, la ristorazione e tutto quanto è legato al tempo libero e all'intrattenimento, con particolare riferimento all'indoor. Sono proprio questi i settori che nel medio termine avranno bisogno di interventi più mirati, in quanto faranno più fatica, anche per ovvie ragioni sanitarie, a tornare se non a pieno regime, almeno in parziale attività.

Questa volta, c'è da dire, il Governo italiano, come del resto quello Usa, si è reso conto della drammaticità dell'evento Covid-19 anche per il settore del gioco. Nel Cura Italia ci sono misure specifiche a sostegno del gioco pubblico, e il ricorso alla cassa integrazione in deroga è esteso a tutti i settori, giochi e casinò compresi. Come pure, a differenza da quanto era accaduto in precedenti occasioni, anche i casinò a stelle e strisce potranno usaufruire del pacchetto da 2mila miliardi di dollari stanziati con il Cares Act approvato in tempo di record e siglato dal presidente Donald Trump.

In questa giornata che apre una settimana nella quale, a differenza da quanto si sperava l'8 marzo, non si tornerà alla normalità, c'è solo da restare forti e centrati. Saranno ancora settimane difficili e occorrerà lo sforzo di tutti, innanzitutto per continuare a rispettare le durissime restrizioni alla libertà personale e imprenditoriale che il premier ha dovuto imporre, dall'altro per pensare a un futuro nel quale gli italiani, noi italiani, dovremo per l'ennesima volta rialzarci da terra e riprendere a camminare. Schiena dritta, testa alta e sguardo verso il futuro.

 

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