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Campione, l'impossibile sostenibilità senza Casinò

03 febbraio 2020 - 11:29

Anche dalla riunione a Milano su Campione d'Italia è emersa la forte necessità di avere risposte certe sul Casinò.

Scritto da Anna Maria Rengo
Campione, l'impossibile sostenibilità senza Casinò

Le condizioni erano già, di per sè, insostenibili, ma l'ingresso di Campione d'Italia nel territorio doganale dell'Unione europea, con tutte le sue problematiche attese e inattese, ha dato un ulteriore, durissimo colpo. E la fotografia scattata dal commissario prefettizio del Comune, Giorgio Zanzi, nel corso dell'incontro della scorsa settimana con i vice ministri Matteo Mauri (Interno) e Antonio Misiani (Economia e Finanze), con il senatore del Pd Alessandro Alfieri, con il consigliere regionale lombardo (sempre del Pd) Angelo Orsenigo e con i rappresentanti delle associazioni, è stata tanto nitida quanto nerissima.

Anche se ci sono alcuni aspetti positivi da sottolineare: innanzitutto, come affermato da tutta la compagine istituzionale presente, si è al lavoro a vari livelli, nazionale e regionale, per dare risposte concrete alle perduranti e crescenti emergenze di Campione d'Italia. E bisogna ammettere che l'arrivo del nuovo Governo giallorosso ha dato un forte impulso all'iter per risolverle una a una: pare proprio che il tutto sia "merito" del Pd, e che il Movimento 5 Stelle abbia delegato al partito collega di Governo il compito di risolvere la spinosa questione. Spinosa non solo per l'intrigo legislativo ed economico che l'avviluppa, ma anche perché si tratta di dare risposte concrete a una comunità, a un Comune, che da decenni vivono di "casinò". Di quel gioco d'azzardo che il M5S ha sempre fortemente osteggiato, anche se la vicenda di Campione e del suo Casinò è decisamente sui generis. E' per puro caso che i due ministri che più direttamente si stanno spendendo su Campione d'Italia siano del Pd?

Restiamo in tema e veniamo alla seconda buona notizia: dall'incontro di venerdì è emerso che si è al lavoro anche sulla questione Casinò, e che della stessa si sta occupando in prima persona il sottosegretario all'Economia (anch'esso del Pd) Pier Paolo Baretta. Si tratta di un nome notissimo agli operatori di gioco, visto che sotto il governo Gentiloni ne deteneva la delega (quelle al Mef dell'attuale Conte 2 non sono state ancora attribuite) e che si era speso anche per un riordino del settore dei casinò, concentrando la sua attenzione pure su quello di Campione. Se c'è un esponente di Governo che conosce bene i casinò e le problematiche specifiche di Campione, è certamente Baretta. Il fatto che sia lui a occuparsene suona ai più, come anche a chi scrive, come una buona notizia.

Perché certamente, qualsiasi risposta si possa dare per il futuro dell'enclave, difficilmente si può pensare a una sostenibilità, almeno nell'immediato e nel medio periodo, senza il Casinò. Una tesi fortemente e da sempre sostenuta dai sindacati, che hanno infatti chiesto un incontro apposito dal quale si aspettano risposte concrete che, evidentemente, non era ancora possibile avere la scorsa settimana.

La sensazione, tuttavia, è che il Governo abbia coscienza e contezza dei problemi, e sappia che senza il Casinò tutto diventa più difficile, se non impossibile. Anche perché parlare di riconversione industriale o commerciale di Campione d'Italia è un progetto solo in parte attuabile, considerati anche gli striminziti spazi territoriali a disposizione.

 

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