skin

Il triste Natale di Campione d'Italia

23 dicembre 2019 - 11:06

Anche se il Parlamento è intervenuto con decisi interventi su Campione d'Italia, la questione Casinò resta irrisolta.

Scritto da Anna Maria Rengo
Il triste Natale di Campione d'Italia

Secondo tristissimo Natale, per i cittadini di Campione d'Italia. Anche se il Parlamento italiano, su impulso del Governo, ha inserito nei provvedimenti di bilancio per il prossimo anno diverse norme sull'exclave, il problema dei problemi non è stato affatto affrontato, nella speranza che negli uffici ministeriali, Mef e Interni in primis, sia invece sotto stretta osservazione.

Parliamo ovviamente della chiusura del Casinò, avvenuta il 27 luglio dell'anno scorso, e delle conseguenze rovinose che lo stesso ha avuto, sotto ttti i punti di vista. La ridente e ricca cittadina lacustre non esiste più. Tutto, del resto, ruotava attorno alla mastodontica Casa da gioco, e ora che l'edificio è spento, oltre che chiuso, un'ombra nera incombe senza, in verità, che si riesca a intravedere uno scampolo di luce.

Che fine ha fatto la relazione del commissario straordinario del Casinò, Maurizio Bruschi? Che fine ha fatto il fantomatico provvedimento di nomina di Bruschi, che sarebbe dovuto tornare a Campione per occuparsi di tutte leimcombenze necessarie per procedere alla riapertura del Casinò? Esiste la possibilità di riaprirla e, nel caso (lasciando perdere il "come"), avrebbe ormai senso economico farlo? Si spera che la risposta a entrambe le domande sia "sì", ma non possiamo giurarci, a fronte di un silenzio che dura da mesi. A fronte del tanto parlare di Campione, anche nei due rami del Parlamento, ma di altre questioni, sicuramente importantissime, come i debiti maturati dal Comune nei confronti della Svizzera e il prossimo ingresso nel territorio doganale dell'Unione europea, ma che non sono comunque quella vitale. Vitale a torto e a ragione. Perché male ha fatto, Campione d'Italia, a "contare" solo sul Casinò e a far quadrare i suoi costosi conti solo con quello.

Purtroppo, possiamo dare conto di quanto è stato fatto, e certamente il Governo giallorosso non si è tirato indietro, al momento di prendere le redini della situazione, a cominciare da quanto accadrà fra meno di dieci giorni, con l'entrata in vigore della direttiva europea e del suo regolamento attuativo. Ma, appunto, non possiamo dare conto di quanto auspichiamo si stia facendo in maniera più silenziosa, ma che è anche di più necessario. Riaprire o non riaprire? Da questo dipende il futuro di Campione d'Italia, che deve capire se può e deve riconvertirsi in altro. O meglio: che debba diversificare le proprie attività economiche è certo. Ma un conto è diversificare al 100 percento, un altro è sapere che comunque potrà esistere un Casinò, certamente con costi e numeri inferiori a quelli dei tempi d'oro.

Non abbiamo la presunzione di sapere che cosa pensano e provano i campionesi, ma il sospetto su quale sia il loro più grande desiderio ce l'abbiamo: avere certezze. Nel bene o nel male.

 

Articoli correlati