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Casinò in attesa di delega

30 settembre 2019 - 07:50

Potrebbe essere prossima l'attribuzione delle deleghe al Viminale: forte attesa soprattutto a Campione d'Italia.

Scritto da Amr
Casinò in attesa di delega

Per la delega al gioco da parte del ministro dell'Economia c'è forse da aspettare ancora un po', visti i lavori in corso in vista della preparazione della Manovra di bilancio per il prossimo anno. Invece, per quanto riguarda il ministero dell'Interno, qualche nodo potrebbe essere sciolto già in questa settimana appena iniziata e, secondo quanto apprende Gioconews.it, nei prossimi giorni dovrebbero essere perfezionati i decreti di delega ai vice ministri e sottosegretari al Viminale. Grande è dunque l'attesa dei casinò esistenti e, soprattutto, a Campione d'Italia, cittadina lacustre orfana del suo e che aspetta da oltre un anno che si trovi, o almeno si cerchi, la strada per poterlo riaprire.

Le deleghe più attese sono infatti quella agli enti locali, nel primo Governo Conte detenuta dal pentastellato Carlo Sibilia, che potrebbe ovviamente avere desiderio di continuare nell'opera iniziata. E soprattutto, c'è quella alla vigilanza alle Case da gioco, che Matteo Salvini non aveva ritenuto di voler assegnare, contrariamente a quanto avevano fatto i suoi predecessori.

Certamente, come da più parti affermato, l'assegnazione della delega alla Case da gioco segnerebbe un punto di svolta soprattutto per Campione d'Italia, al momento priva di un interlocutore al Viminale cui chiedere molte, moltissime cose. Nel caso specifico: che cosa si vuole fare della relazione messa a punto dal commissario straordinario del Casinò, Maurizio Bruschi, in merito alle soluzioni per riaprirlo? Ovviamente, la questione, così posta, è di vitale importanza, ma non racchiude l'enorme groviglio di problemi che attanagliano la comunità campionese, alle prese con il radicale taglio della pianta organica comunale e dei servizi che l'ente ha offerto sino a ora, con una mono-economia tragicamente spirata (in attesa di resurrezione) e con la conseguente necessità di diversificazione, con l'ormai prossima entrata in vigore della direttiva Ue e del regolamento sull'ingresso di Campione nell'Unione doganale europea.

Certamente, dunque, il tema “casinò” non può essere disgiunto da tutti gli altri nella sua trattazione. Ma avere un interlocutore certo sarebbe il primo passo. Perché, ricordiamo anche noi inascolati da mesi, Campione è “d'Italia” e non dovrebbe essere di altri. Neanche di Svizzera.

 

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