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Casinò St. Vincent, la parola ai numeri

05 agosto 2019 - 08:46

Dopo il sì al concordato da parte dei creditori, si apre la stagione del risanamento e del rilancio per il Casinò di Saint Vincent.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò St. Vincent, la parola ai numeri

È inevitabile, essendo la principale società partecipata della Regione Valle d'Aosta e un polmone per l'economia del territorio.

L'attenzione nei confronti del Saint Vincent Resort & Casino e della sua società di gestione è massima e la politica non fa ovviamente eccezione, tant'è che non manca Consiglio Valle in cui non ci sia qualche interrogazione o disegno di legge, in proposito, all'ordine del giorno.
 
E come sempre accade, non solo in Valle d'Aosta (dove la alleanze politiche sono particolarmente ballerine) e non solo nel caso della Casa da gioco di Saint Vincent, il tema “caldo” diventa oggetto di scontro e di schermaglia.
 
Tanto più se si sta parlando di una società che dovrebbe macinare utili e che invece è in perdita, e se su di essa pende un concordato in continuità che è comunque un'alternativa ben più preferibile al fallimento della stessa, una richiesta peraltro avanzata dalla Procura di Aosta.
 
Dopo i fatti della scorsa settimana, sarebbe però opportuno fare un buon silenzio e far parlare i numeri.

Quelli con cui i creditori hanno detto di sì al concordato presentato loro dall'azienda.
 
I favorevoli rappresentano oltre l'89 percento dei crediti vantati nei confronti della società di gestione, un risultato decisamente superiore alla media e che dimostra la fiducia nel progetto di risanamento che l'azienda ha messo in campo, purtroppo anche al costo di notevoli sacrifici da parte dei dipendenti.
 
Ma anche quelli sull'andamento della Casa da gioco, soprattutto in termini di incassi.
 
L'andamento di giugno ha registrato una crescita di poco inferiore al 13 percento, mentre quello dei primi sette mesi è di quasi l'8 percento positivo rispetto all'analogo periodo del'anno passato.
 
Una robusta crescita, difficilmente e semmai in minima parte attribuibile alla chiusura del Casinò di Campione d'Italia (di cui beneficiano alla grande le Case da gioco ticinesi) per di più in un momento caratterizzato da una espressa attenzione, da parte del management, al risanamento dei conti aziendali più che all'implementazione di strategie di rilancio.
 
E, aggiungiamo, in un momento in cui “comunicare” e soprattutto “promuovere” è diventato più difficile, visto che anche i casinò sono sottoposti ai rigidissimi vincoli, anzi al divieto totale di pubblicità, imposti dal decreto Dignità.
 
Questi numeri dovrebbero mettere a tacere chi fa della polemica il suo sport preferito, e incoraggiare tutti a operare per un rilancio che è possibile e stavolta a portata di mano.
 
Anche perchè ai dipendenti è stato chiesto di tutto di più: i margini per tagliare ancora non ci sono più e la prospettiva di incrementare i ricavi è concreta.

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