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Casinò Campione, la lunga agonia dei dipendenti

21 gennaio 2019 - 09:24

Ancora nessuna certezza sul futuro del Casinò Campione d'Italia: i dipendenti chiedono risposte.

Scritto da Anna Maria Rengo

"Un'agonia assurda". Con questo messaggio privato, arrivato su Whatsapp, un ex dipendente del Casinò Campione d'Italia sintetizza con efficacia la situazione che sta vivendo assieme ai suoi, appunto "ex", colleghi. Di rinvio e rinvio, la scorsa settimana è stata tutt'altro che di svolta. Si attendevano due eventi: la nomina del commissario straordinario ad hoc da parte del premier Giuseppe Conte ma, nonostante i termini posti dal decreto fiscale siano scaduti, questa non è avvenuto. 

Si attendeva inoltre l'udienza in Corte d'appello sui reclami presentati contro il fallimento della società di gestione della Casa da gioco. E questa in effetti c'è stata, deludendo però le attese di chi, in verità poco ragionevolmente, si aspettava una decisione immediata. Non resta che attendere: pare un mese circa, con in più la prospettiva che, se i giudici daranno ragione a Comune, Casinò e Banca popolare di Sondrio, la curatela potrebbe presentare ricorso alla Corte di Cassazione.

E intanto gli ex dipendenti pagano.  Lo fanno da anni, con un taglio agli stipendi che a nulla è servito, visto l'esito finale. Lo fanno dal 27 luglio, quando sono rimasti senza lavoro e del tutto senza stipendio. E lo fanno dal 1 gennaio, data dalla quale sono ufficialmente licenziati, ma almeno con l"amara consolazione, chi risiede in Italia, di poter accedere agli ammortizzatori sociali.
Un conto salatissimo,  che solo in parte andrebbe presentato alla giustizia e politica attuali, "ree" di aver proceduto con lentezza nei rispettivi iter. Questo è un disastro di proporzioni enormi e delle radici più antiche, dalle molteplici responsabilità ma che è ricaduto pesantemente solo sull'ultimo anello della catena.

A questi dipendenti servono risposte immediate (anche se non frettolose, come sarebbe stata una decisione del giudice già il 17 gennaio, fermo restando che vista l'urgenza i reclami si sarebbero potuti e dovuto discutere molto prima) così che il sistema possa tornare a nuova vita. I dipendenti hanno già dato. 

 

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