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Fallimento Casinò Campione, verso la parola fine

14 gennaio 2019 - 08:59

I giudici della Corte d'appello di Como chiamati a decidere sul fallimento della società di gestione del Casinò Campione d'Italia.

Scritto da Anna Maria Rengo

Finalmente la parola fine. Anche se il finale è a sorpresa, e comunque ancora da scrivere. La settimana che si apre vede infatti una giornata fondamentale per il futuro di Campione d'Italia e in particolare per il suo Casinò. Il 17, giovedì, saranno infatti discussi i reclami presentati da Comune, Casinò e Banca popolare di Sondrio contro la sentenza con cui il tribunale di Como, lo scorso 27 luglio, ha disposto il fallimento, per insolvenza, della società di gestione della Casa da gioco.
Se la Corte d'appello di Milano dovesse confermare la decisione dei giudici lariani, la strada, il cosiddetto "piano B", è comunque tracciata, visto che il governo è intervenuto per ben due volte, con il decreto fiscale e la legge di bilancio, per facilitare la riapertura del Casinò e, prima ancora, la costituzione di una nuova società di gestione. 

Certamente, se invece quella vecchia fosse riportata in vita, si aprirebbero scenari diversi, ma da valutare e affrontare con la massima rapidità. Il Casinò è chiuso da quasi sei mesi, perdendo oltre quaranta milioni di euro di incassi (le Case da gioco ticinesi ringraziano!) ed è diventato effettivo il licenziamento collettivo di tutti i dipendenti, che ora hanno accesso agli ammortizzatori sociali italiani e che sono ufficialmente disoccupati.
Una situazione tragica cui deve essere posto rimedio, al più presto, avendo chiari i paletti di riferimento. Su tutti, appunto, se la vecchia società può tornare in vita o no, un interrogativo su cui pesano come macigni le parole del commissario prefettizio del Comune, Giorgio Zanzi, che al Corriere di Como ha detto che “c'è ancora un'altra partita (oltre a quella definita nello stato passivo Ndr) da definire, abbbiamo ancora un'altra richiesta di circa 18 milioni di euro che verrà quanto prima avanzata”.

Fermi restando i poteri della giustizia, il legislatore pare essersi già risposto. Il decreto fiscale e la legge di bilancio non sembrano avere preso in considerazione l'ipotesi di una resurrezione. Ma la parola fine alla vicenda giudiziaria è indispensabile a fare chiarezza. Visto tra l'altro che è prossima la nomina, da parte del premier Giuseppe Conte, del commissario straordinario ad hoc per Campione.

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