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Casinò Campione d'Italia, tra incubo e realtà

03 dicembre 2018 - 09:07

Tra mille contraddizioni e interrogativi, si avvicina la svolta per il Casinò Campione d'Italia e l'intera comunità.

Scritto da Anna Maria Rengo

Settimane decisive e surreali per il Casinò Campione d'Italia e per i suoi (quasi ex) dipendenti. La strada verso l'approvazione definitiva del decreto fiscale da parte del Parlamento sembra spianata, e nel testo sono rientrata le norme sul rilancio di Campione, tra cui figura la nomina di un commissariato straordinario ad hoc che dovrà occuparsi di studiare come riaprire la Casa da gioco.

Ma se intanto che il commissario studia, il Casinò riaprisse di suo? Potrebbe anche andare così, visto che il 13 dicembre la Corte d'appello di Milano discuterà i reclami presentati contro la sentenza di fallimento della società di gestione. Potrebbe andare così, anche se la curatela del Casinò si è detta certa che la società di gestione non potrà tornare in attività, anticipando una decisione che in verità deve essere ancora presa.

Ha senso, dopo aver atteso e sperato per mesi (con in più lo slittamento della discussione dei reclami, a causa dell'incompatibilità di un giudice a latere per un motivo famigliare che non era certo spuntato in un minuto) inviare le lettere di licenziamento di tutti i dipendenti dopo il 10 dicembre, ma prima di un giorno 13 che potrebbe capovolgere la situazione?

È vero che il licenziamento consentirebbe ai dipendenti residenti in Italia di accedere agli ammortizzatori sociali, così come fanno gli iscritti Aire che abitano in Svizzera, ma vale la pena farsi licenziare per non perdere tre giorni, quando si è da mesi senza stipendio? A chi giova? Tanto più che a fare manforte alle ragioni di Comune, Casinò e Banca popolare di Sondrio è intervenuta anche una sentenza della Commissione tributaria provinciale di Como, che ha alleggerito la posizione debitoria della Casa da gioco?

 
Sarebbe bene, a modesto avviso di chi scrive, attendere l'esito della discussione dei reclami prima di compiere atti definitivi. Come pure, di dare attuazione alla delibera con cui la vecchia giunta Salmoiraghi aveva affidato a un legale l'incarico di preparatevi presentare il reclamo. Chi erano i privati che, come previsto dalla delibera, avrebbero dovuto pagarlo? Sono morti o caduti in disgrazia? Le parole e le promesse hanno valore e peso. Nella vita sia privata che pubblica.

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