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Casinò Campione, ora parli la politica

19 novembre 2018 - 08:33

La politica chiamata a dire la sua sul futuro di Campione, del suo casinò e dell'intera comunità.

Scritto da Anna Maria Rengo

La politica vuole salvare Campione d'Italia? Non bisognerà attendere ancora troppo (e del resto troppo si è già atteso) prima di avere risposta a questa domanda. In Senato un emendamento della Lega al decreto fiscale, alla Camera altri due alla manovra 2019 (uno del Pd e l'altro di Fratelli d'Italia) chiedono azioni e misure per far ripartire l'economia campionese, innanzitutto riaprendo il Casinò.

Probabilmente è questa la strada più percorribile, visto che fin dall'inizio sembrava improbabile che il governo decidesse di intervenire attraverso un decreto legge. È ora chiamato a dire la sua, a scoprire le carte, a dire se quel pezzo d'Italia in Svizzera potrà continuare a esistere o se la rovinosa caduta di tutte le sue colonne economiche porterà alla sua irrimediabile fine.

Sarà dunque una settimana decisiva per Campione: martedì si votano gli emendamenti al decreto fiscale, primo strumento utile per sanare una situazione che in realtà appare fortemente compromessa. Non dimentichiamo infatti che in questi quasi quattro mesi di chiusura i giocatori si sono rivolti altrove, ai casinò ticinesi che, ovviamente, li hanno accolti nel migliore dei modi e si sono fatto in quattro per fidelizzarli. A parte le decine di milioni di euro persi, la riapertura non significherebbe affatto tornare al volumi d'affari di prima. Tanto più che, anche se l'emendamento fosse approvato, i tempi sarebbero comunque lunghi e le soluzioni tutte da trovare.

Purtroppo quello di Campione è il classico pasticcio, anzi dramma, all'italiana. Una comunità messa in ginocchio, nessuna responsabilità attribuita di quanto avvenuto e una pluralità di dichiarazioni di intenti. Sarà ora, pur se tardissimo, di passare ai fatti.

 

 

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