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Casinò St. Vincent, tra alta e bassa politica

15 ottobre 2018 - 07:39

Il Casinò di Saint Vincent volta pagina, con la nomina di una nuova governance aziendale, ma la politica non trova ancora un indirizzo chiaro.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò St. Vincent, tra alta e bassa politica

Una nuova governance per il Saint Vincent Resort & Casino. Un consiglio di amministrazione, a sostituire l'amministratore unico Giulio Di Matteo, che si insedia proprio nella settimana appena iniziata e che è il frutto dell'accordo, per usare una parola decisamente esagerata, raggiunto in giunta regionale sul futuro della Casa da gioco valdostana.
Le polemiche che hanno preceduto l'atto di indirizzo sulla base del quale il socio è andato in assemblea, che teoricamente avrebbe dovuto approvare il bilancio consuntivo 2017, sono state superate, per veemenza, solo da quelle successive.

Con attacchi sui social, in riferimento alla scelta di due assessori di non votare l'atto di indirizzo (non una delibera, come specificato da Chantal Certan, assessore alla sanità nella fila del gruppo Alpe), che la dice lunga, non solo sul livello del dibattito politico, ma anche sul fatto che l'attuale maggioranza è lacerata al suo interno e che potrebbe presto nascerne una nuova.

Non bisogna dimenticare che tra i motivi di scontro tra le varie anime della giunta Spelgatti, il principale è stato rappresentato proprio dal Casinò. Quale sarà dunque il futuro del consiglio di amministrazione, se dovesse esserci un ribaltone, avvenimento non certo nuovo in Val d'Aosta, visto che già nella passata consiliatura se ne sono visti di numerosi e di acrobatici? Ed è certo che la fine prematura del matrimonio tra Di Matteo e il Casinò, dovuta proprio all'intervento del socio, sia un fatto ormai morto e sepolto? E ancora, il sostegno del socio arriverà o no?

Non sono domande alle quali si possa dare una risposta immediata, ma è certo che i dipendenti del Casinò hanno di che essere preoccupati, visti gli ondeggiamenti della proprietà sulle scelte che devono essere compiute. Sullo sfondo, c'è lo spettro di quanto avvenuto a Campione d'Italia, dove si è arrivati al fallimento della società di gestione, in quel caso, tuttavia, per insolvenza nei confronti della proprietà.

Sicuramente, quello di cui la regione ha bisogno è di stabilità politica e di scelte chiare e nel bene della collettività.

Tra esse, il Casinò, per la sua ricaduta economica, occupazione e turistica che ha, riveste un ruolo chiave e non deve diventare merce di scambio o di battaglia finalizzata a poltrone. Il rischio, anche se le dinamiche storiche, politiche ed economiche sono differenti, sono quelle di fare “Campione 2”. Un'eventualità che deve essere scongiurata in tutti i modi.

 

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