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Casinò, tema da mettere nell'agenda di governo?

18 giugno 2018 - 07:56

Le ultime vicende relative ai casinò italiani riaccendono il dibattito sulla necessità di ripensare alla loro (carente) normativa.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò, tema da mettere nell'agenda di governo?

I casinò sono stati istituiti, in deroga alle norme del codice penale che vietano il gioco d'azzardo, per sostenere economicamente il territorio di riferimento, contribuendo a creare occupazione e a sviluppare i flussi turistici.
Questa l'estrema ratio che aveva portato il legislatore, in anni diversi del secolo scorso, ad autorizzarli.
Una finalità che fa sorridere, non fosse il sorriso fuori luogo, persino l'uomo di strada, tanto sembra anacronistica e non raggiunta in questi ultimi tempi, con particolare riferimento a quanto sta accadendo a Campione, alle prese con una tra le crisi più gravi, se non la più grave, della sua pur movimentata storia.
Non dimentichiamo poi le vicende contabili e penali riguardanti il Saint Vincent Resort & Casino, secondo la Procura e la Corte dei Conti tutt'altro che un benefattore della comunità valdostana, ma un gigante con i piedi d'argilla e che si è aiutato con le mani bucate.
Brutte pagine, e mancano ancora quelle conclusive, escludendo sin d'ora un "happy end". Pagine che mostrano gli italici vizi e peccati, perché è in effetti semplice capire perché un ospedale possa avere il bilancio in perdita, ma meno perché sia un casinò che fattura milioni e milioni di euro a essere nella stessa identica situazione.
Il governo Conte ha promesso (o minacciato, secondo il punto di vista) di occuparsi di gioco pubblico. Al di là delle inchieste e dei processi in corso, che accerteranno eventuali responsabilità individuali, farebbe bene a studiare anche l'attuale modello di casinò pubblici italiani, le cui crepe sono del tutto evidenti.

 

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